News from the Locarno Festival
Albert Serra e Vincenç Altaió di Historia de la meva mort
Albert Serra (regista)
Ho deciso di fare un film su Dracula dopo essere stato in Romania. Lì un produttore mi ha suggerito questo argomento; a me non interessava e neanche piaceva, ma a poco a poco l’idea è sedimentata nella mia testa e ho deciso di metterla in pratica. Però ho voluto mischiare questo personaggio a qualcuno più vicino al mio immaginario, e così l’ho unito a Casanova. Ci sono dei punti in comune tra i due: entrambi si legano ai temi del desiderio e del piacere. La domanda che mi ponevo era: quando il piacere è più intenso? nella quotidianità o in un contesto più violento? Inoltre volevo fare un film sulla notte, momento in cui i desideri si manifestano.
In questo film niente ha senso e le scene sono statiche; l’ho girato così perché mi piaceva. Si tratta di una sorta di fantasy che non ha niente a che fare con la nostra vita e coi nostri problemi. Ci sono, è vero, spunti filosofici e storici, ma non sono loro il centro dell’opera. Metto dell’assurdità nel film perché la trovo divertente.
Odio gli attori professionisti e lavoro solo con non professionisti. Mi piacciono gli attori innocenti.
Non m’importa dell’audience. Capita spesso che un film piaccia per i motivi sbagliati.
Tutti i miei film sono «unfuckable», o ti piace tutto o niente, senza vie di mezzo; credo siano al di là della critica. Quel che conta è il concetto.
Ho girato 414 ore di film; il montaggio l’ho fatto da solo ed è durato un anno e mezzo.
Ho lavorato nel mondo dell’arte e questo in un qualche modo mi ha influenzato. Nell’arte si è inattaccabili perché c’è una gran confusione tra ciò che è bello e brutto, e questo dà molta libertà, così mi sono trovato particolarmente a mio agio. Per me un film di finzione richiede innocenza e fede in ciò che si fa, in arte invece no, tutto è più calcolato.
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