Excellence Award 2019 a Song Kang-ho
Attore polimorfo che come nessun altro e da ormai quasi vent’anni incarna la varietà e l’intensità del cinema coreano, a suo agio tanto con la commedia che con i film in costume, il dramma politico o i thriller più estremi, Song Kang-ho è sicuramente l’attore più emblematico della Corea del Sud.
Al cinema debutta verso la fine degli anni Novanta, dopo una formazione teatrale, dapprima come comparsa e poi con dei ruoli marginali sotto la direzione di cineasti quali Hong Sangsoo, Jang Sun-woo e Lee Chang-dong. Il pubblico coreano lo scopre in No. 3 (1997), nei panni di un gangster strampalato. Lo ritroviamo in Swiri (Shiri), film d’azione del 1999 che segna la rinascita commerciale del cinema coreano. Nel 2000, Song Kang-ho avvia una fruttuosa collaborazione con Kim Jee-woon e Park Chan-wook, quindi con Bong Joon-ho, che gli affidano ruoli di spicco grazie ai quali si trova indissolubilmente associato alle loro filmografie. Applaudito per la disinvoltura con cui affronta i registri più vari, quando non lavora con cineasti affermati come Lee Chang-dong, che ritrova nel 2007 per Secret Sunshine, Song non esita a girare con i giovani (Antarctic Journal, 2005, Uahan segye – The Show Must Go On, 2007).
Habitué tanto dei premi cinematografici coreani quanto delle vette del box-office – quattro dei suoi film hanno avuto nel suo paese oltre dieci milioni di spettatori ciascuno –, Song Kang-ho è l’incarnazione di uno straordinario capitolo del cinema coreano, nonché un volto e un fisico ormai noti al pubblico anche oltre i confini del suo paese.
Jérémy Segay