News  ·  03 | 08 | 2018

Cutwoman

In The Cut - Piazza Grande

La fidanzata d’America, che aveva fatto perdere la testa a Harry e che aveva provocato un’"insonnia d’amore" a tutti gli amanti del cinema, diventa la conturbante, ambigua protagonista di un thriller erotico. È il 2003 ed è un terremoto nell’immaginario collettivo non solo nella scelta coraggiosa di un'attrice versatile e piena di talento come Meg Ryan. Grazie a un film che ha solo donne come guide: alla regia, alla sceneggiatura e come protagonista. Ryan cambia look, registro e persino gestualità e affronta un personaggio che ha fatto tremare i polsi ad altre colleghe più osannate dalla critica, allora. All’apice del successo, si mette sulle spalle un ruolo difficilissimo e spiazzante e il risultato è un cult movie. Difficile dimenticare quel Mark Ruffalo seducente e suddito dell’attrazione per lei, così come la capacità di Frannie di camminare sul filo pericoloso del desiderio e della curiosità, anche a costo di cadere. Si poggia su di lei la sceneggiatura adattata dal bestseller di Susanna Moore, che partecipa alla scrittura. Su di lei si incentra la regia atipica di Jane Campion, tra realtà e mondo onirico, che cita Hitchcock ed evoca De Palma in molte sequenze. Su di lei è cucita grazie a Dion Beebe, una fotografia cupa, angosciante, livida che la accarezza e ne spoglia l’anima, più che il corpo.

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