News  ·  07 | 08 | 2018

Il sottile confine tra memoria e profezia

Seducão da Carne - Signs of Life

Giunto alla quarta presenza in sei anni al Locarno Festival e alla seconda in Signs of Life, Júlio Bressane non smette di stupire. Fedele all’idea che il cinema parli la lingua del sogno e dell’evocazione, con Sedução da Carne insiste a produrre un movimento deviante, un’anomalia che corre fra memoria e profezia. Bressane forse lo definirebbe un movimento aberrante, come le specie animali o vegetali che presentano caratteri inconciliabili con quelli propri del gruppo cui sono state ascritte. Sedução da Carne è irriducibile alla specie di cui pure fa parte, la specie chiamata film. Piuttosto è carne cruda, carne metafilmica, la carne del regista che all’inizio ausculta spiagge e foreste, lacerti visionari di un viaggio in India; la carne autobiografica estratta in forma di frammenti postumi di film non finiti o solo apparentemente perduti e che rintraccia compagni di viaggio nella storia del cinema inglobandoli nel flusso del film (è qui il caso sublime di Georges Franju); la carne del set infine, del set fattosi donna (una geniale Mariana Lima), la quale incarna biblicamente la frammentazione di tutti i linguaggi e la possibilità stessa della reincarnazione. In una parola Bressane cerca l’anima, l’anima che l’umanità sembra aver perduto sotto un numero incalcolabile di atrocità e omicidi.

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