News  ·  08 | 08 | 2018

Sull'orlo dell'abisso

Gangbyun Hotel - Concorso internazionale

Bianco e nero. Un anziano poeta, colto da presagi di morte, si rifugia in un isolato hotel sulla sponda di un fiume e attende l’arrivo dei suoi due figli. Una donna è nello stesso hotel con una sua amica dopo una delusione d’amore. Ci sono degli incontri, degli sfioramenti, ma è come se tutti non si vedessero, come se si mancassero fino a mancare a se stessi. Hong Sangsoo torna per la terza volta in Concorso a Locarno e torna a dirigere i suoi personaggi sull’orlo dell’abisso. Quante volte li abbiamo visti in hotel bar e case by the river o by the sea? Ma in Hong variazione e ripetizione sono la stessa faccia di un corteggiamento infinito ironico e pericoloso del Nulla che sempre ci compete. Nella doppia corsia di storie minime e della stupefacente complessità del risultato, è come se Hong filmasse sempre il regista al lavoro, il modo in cui semplicemente si sognano connessioni e fratture, muovendosi morbidamente fra passato e futuro. Così anche Gangbyun Hotel (Hotel By the River) scorre con toni lievemente surrealisti e terribile malinconia. Ci si ritrova attorno a un tavolo e poi improvvisamente qualcuno scompare. E di nuovo, com’è giusto che sia, scorre un fiume alcolico, che non annebbia certo la vista, ma che – sembra dirci Hong – serve a spalleggiare lo stato di alterazione che sempre sostanzia l’immagine. Non è facile trovare oggi un cineasta altrettanto fiducioso nello sfilacciarsi del cinema invece che nella sua supposta potenza. Fiducioso che le cose si mettano in moto non quando si danno a vedere, ma quando letteralmente cessano di esistere e il nulla coincide con la sublime risorsa dell’invisibile.

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