News  ·  29 | 03 | 2019

Sans toi

Se ne è andata Agnès Varda, Pardo d'onore 2014

Quando provavi a capire dove fosse, lei era già da un'altra parte. Probabilmente a girare o a incontrare un artista mezzo secolo più giovane per convincerlo a girare la Francia insieme a bordo di una macchina fotografica su ruote. Agnès Varda era così, un'esploratrice instancababile, una donna tra gli uomini, un caschetto deciso in una Nouvelle Vague con i pantaloni.

Per tutta la vita, a ritmo lento, pacifico, ma netto, Agnès Varda ha raccontato la donna e esplorato la coppia. Tra finzione e documentario, macchina foto e macchina da presa, era un'autrice sottile e raffinata, un'elegante e bizzarra cittadina del mondo e narratrice dei suoi abitanti, possibilmente partendo dall'innesco femminile. La sua era una visione spontanea, in tempo reale, e negli ultimi anni dava l'idea di non aver alcuna paura della morte. Come nel 1990, quando perdendo il marito, il regista francese Jacques Demy, decise di girare tre film, per lui (Garage Demy, Les demoiselles ont eu 25 anse e L'univers de Jacques Demy).

Di Agnès Varda, dei suoi occhi (e del suo orgoglioso caschetto viola e d'argento) piano a piano, con la sua andatura, si è accorto l'intero mondo del cinema. Nella sua carriera ha vinto tutto, dall'Orso d'argento a Berlino (Le bonheur, 1965) al Leone d'Oro (Sans toit ni loi, 1985), dalla Palma d'oro d'onore (2015), al Premio Oscar d'onore (2018). Ma chiunque, qui, se la ricorda in quella notte del 10 agosto 2014, quando ricevendo un Pardo d'onore più grande di lei, decise di indossarlo, lì, in Piazza Grande, davanti a tutti. 

Agnès Varda era così, come quella notte, imperdibile e inarrestabile. Il suo cinema erano i suoi occhi, impossibile fermarlo, impossibile fermarla. Quando provavi a capire dove fosse, lei era già da un'altra parte. Tipo oggi. Adieu Agnès.

 

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