News  ·  28 | 05 | 2019

Vedere lontano

Diop e Kekatos, palme cresciute sulle sponde di un lago

A scorrere il Palmares di Cannes 2019 con buona memoria, si inciampa su due flashback. Su due nomi, soprattutto: Mati e Vasilis. Nomi che il cinema ha imparato a chiamare sul lungomare francese, ma che tempo fa qualcuno aveva già presentato e suggerito sulle sponde di un lago svizzero.

Mati Diop e Vasilis Kekatos sono due dei registi premiati alla 72° edizione del Festival di Cannes. Gran Prix lei, con Atlantique, Palme d'or du court métrage lui, con The Distance Between us and the Sky. Due autori emergenti, due cinema che nascono a diverse latitudini; franco-senegalese quello di Mati Diop, il cui cognome fa eco a quello del padre Wasis, compositore, e a quello dello zio Djibril, regista; greco invece quello di Vasilis Kekatos. Tra il Senegal, la Francia e la Grecia però, ecco Locarno.

Era il 2012 quando il Locarno Film Festival accolse Mati Diop. La accolse senza che avesse ancora un film in mano. Ma aveva un'idea in testa. L'idea de La prochaine fois, le Feu, il suo primo lungo. Era uno dei 12 progetti di Open Doors e vinse l'Open Doors Grant e il Grant CNC. Un'idea dunque che a Locarno trovò quell'innesco essenziale per diventare cinema, per essere cinema. A Locarno Mati trovò una porta d'accesso a quel mondo che delle idee ne fa cinema. Il cinema di Mati Diop, proprio il suo, che sette anni più tardi è diventato Atlantique, è diventato un meraviglioso Gran Prix a Cannes ed è diventato Netflix, che ne ha acquisito i diritti internazionali (ad eccezione di Francia, Benelux, Svizzera, Cina e Russia). Partendo da qui il suo cinema è diventato il cinema del futuro.

Il ricordo di Vasilis invece è così giovane da sembrare ieri. Estate 2018, Locarno71, Pardi di domani: concorso internazione. Tra le tante un'opera greca, The Silence of the Dying Fish. Pochi mesi, un set e un nuovo lungo titolo più tardi, ecco The Distance Between us and the Sky: altro corto, altro festival e Palma d'oro. Insomma, ancora una volta Locarno aveva visto lontano.

Questo, d'altronde, è ciò che più ci dà soddisfazione. Intuire un talento e permettergli di essere cinema, riconoscere un gesto e dargli un pubblico. Chiamatela missione, chiamatela sfida, o chiamatelo semplicemente Locarno Film Festival.

 

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