News  ·  20 | 06 | 2019

Le sfumature del nero

Titoli, autori e volti della Retrospettiva Black Light

Non uno, ma tanti. Per la precisione 47. Quarantasette sfumature di nero. Quarantasette tinte del cinema nero e altrettante riflessioni sui figli d'Africa, a 24 fotogrammi al secondo. La prima? Do the Right Thing, di Spike Lee.

Black Light, la Retrospettiva di Locarno72, sarà una lunga panoramica sul cinema nero, oltreconfine. Oltre quei confini noti del "black cinema", dati per assunti, certificati, definitivi, ma che in realtà raccontano un solo cinema nero, tra tanti. Il primo appuntamento anticiperà addirittura il Festival: il 6 agosto alle 21.30 Piazza Grande sarà infatti teatro di una grande notte prefestival offerta da Ascona Locarno e Event More che regalerà al pubblico la proiezione di Do the Right Thing, di Spike Lee (1989) nella prestigiosa copia restaurata in occasione del 30° anniversario del film.

Poi, dal 7 al 17, tutto il resto. Se da una parte Black Light non potrà che raccontare i classici, gli autori icona e i volti noti di quel cinema nero, dall'altra la Retrospettiva di Locarno72 è stata pensata, voluta e costruita proprio per accendere una luce su quei "tanti" rimasti fuori dalle proiezioni e visioni comuni. Black Light sarà dunque Spike Lee e Zózimo Bulbul, Euzhan Palcy e Kathleen Collins, Sidney Poitier e Ousmane Sembène, Med Hondo e Pier Paolo Pasolini. Sarà Jackie Brown e Tongues Untied, White Dog e Orfeu Negro, She's Gotta Have It e De cierta Manera. O ancora cinema statunitense e jamaicano, francese e brasiliano, svizzero e senegalese. Black Light avrà i volti di Laurence Fishburne, Pam Grier o Melvin Van Peebles, ma pure quelli di tantissimi attori senza nome, ma con una traccia ben precisa. Quella che hanno lasciato in quel cinema, il loro cinema nero.

Black Light sarà un'indagine tra Blaxploitation anni '70, Race Movies anni '20 e '30, film pioneristici, film classici e perle rare, se non praticamente introvabili. Sarà una discussione completa in cui ogni voce avrà diritto di parola, di pensiero e di schermo.

Greg de Cuir Jr, curatore della Retrospettiva Black Light: "Black Light traccia un panorama storico del cinema nero internazionale e mette in dialogo registi di diversa provenienza che hanno realizzato opere chiave sulle culture e sui popoli di origine africana, i quali hanno identità ed esperienze molto diverse ma sono legati da profonde connessioni. Il tema d’interesse di questo lavoro è che cosa è successo ai figli d’Africa dopo essere stati allontanati dalle loro terre e costretti a sopravvivere in vari contesti attraverso i secoli; come si è riflesso questo passaggio e come è stato visualizzato dalle culture dell'immagine in movimento. Un approccio archivistico volto a rianimare il passato allo scopo di presentare una più completa comprensione del cinema nero che esiste oggi. Nella Retrospettiva troviamo infatti classici di autori leggendari, opere d'avanguardia di artisti cinematografici, generi e mix di generi di vario tipo, perché non esiste una sola concezione di cinema nero, o una sola concezione di Black”.

Lili Hinstin, Direttrice artistica del Locarno Film Festival: “Ho proposto a Greg de Cuir, il cui lavoro di programmatore curatore e autore sul cinema nero americano mi aveva molto colpito, questo progetto di retrospettiva che inizialmente avevo intitolato Being Black con l'intento di andare oltre il movimento #metoo ed esplorare la rappresentazione della minoranza attraverso la questione nera. All’interno di un movimento dialettico vivace ed emozionante, Greg ha trasformato la domanda che gli avevo posto in origine e l'ha elevata ad una questione estetica di portata universale. Sono molto orgogliosa di presentare questo lavoro innovativo per la mia prima edizione e di condividere con il pubblico del Festival questi film il cui corpus ripensa la storia del cinema.

Questi i 47 titoli della Retrospettiva di Locarno72 Black Light:

  • Within Our Gates, di Oscar Micheaux (USA, 1919)
  • Borderline, di Kenneth MacPherson (UK/  Switzerland, 1930)
  • Daïnah la métisse, di Jean Grémillon (France, 1931)  
  • The Blood of Jesus, di Spencer Williams (USA, 1941)
  • No Way Out, di Joseph Mankiewicz (USA, 1950)
  • Odds Against Tomorrow, di Robert Wise (USA, 1959)
  • Orfeu Negro, di Marcel Camus (Brazil / France / Italy, 1959)
  • The Cool World, di Shirley Clarke (USA, 1963)
  • La Noire de…, di Ousmane Sembène (France / Senegal, 1966)
  • Baldwin's Nigger, di Horace Ové (UK, 1969)
  • La permission, di Melvin Van Peebles (France 1968)
  • Symbiopsychotaxiplasm: Take One, di William Greaves (USA 1968)
  • Uptight, di Jules Dassin (USA 1968)
  • Putney Swope, di Robert Downey Sr. (USA 1969)
  • Appunti per un'Orestiade africanadi Pier Paolo Pasolini (Italy, 1970) 
  • Petit à petit, di Jean Rouch (France / Niger, 1970)
  • Sweet Sweetback's Baadasssss Song, di Melvin Van Peebles (USA 1971)
  • Super Fly, di Gordon Parks Jr. (USA 1972)
  • The Harder They Come, di Perry Henzell (Jamaica, 1972)
  • Coffy, di Jack Hill (USA, 1973)
  • Ganja & Hessdi Bill Gunn (USA, 1973)
  • De cierta manera, di Sara Gómez (Cuba, 1974 – 1977)
  • Killer of Sheep, di Charles Burnett (USA 1978)
  • West Indies, di Med Hondo (France / Algeria / Mauritania, 1979)
  • Babylon, di Franco Rosso (UK / Italy, 1980)
  • Stir Crazy, di Sidney Poitier (USA, 1980)
  • Losing Ground, di Kathleen Collins (USA, 1982)
  • White dog, di Samuel Fuller (USA, 1982)
  • Rue Cases-Nègres, di Euzhan Palcy (Francia, 1983)     
  • Amor Maldito, di Adélia Sampaio (Brazil, 1984)
  • Handsworth Songs, di John Akomfrah (UK, 1986)
  • She's Gotta Have It, di Spike Lee (USA, 1986)
  • Classified People, di Yolande Zauberman (France, 1987)
  • Aboliçaodi Zózimo Bulbul (Brazil, 1988)
  • Do the Right Thing, di Spike Lee (USA, 1989)
  • Tongues Untied, di Marlon T. Riggs (USA, 1989)
  • Boyz n the Hood, di John Singleton (USA, 1991)
  • Daughters of the Dust, di Julie Dash (UK / USA, 1991)
  • Deep Cover, di Bill Duke (USA, 1992)
  • Juice, di Ernest Dickerson (USA / UK, 1992)
  • RUDEdi Clement Virgo (CAN, 1995)
  • Eve's Bayou, di Kasi Lemmons (USA, 1997)
  • Frantz Fanon: Black Skin, White Mask, di Isaac Julien e Mark Nash (UK, 1995)
  • Jackie Brown, di Quentin Tarantino (USA, 1997)
  • Drylongso, di Cauleen Smith (USA, 1998)
  • Ghost Dog: The Way of the Samurai, di Jim Jarmusch (France / Germany / USA / Japan, 1999)
  • still/here, di Christopher Harris (USA, 2000)

     

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