News  ·  17 | 07 | 2019

13+6= Piazza Grande

Diciannove proiezioni per ottomila sguardi

Undici imperdibili notti. Il Locarno Film Festival è Piazza Grande, il suo schermo mastodontico e la sua prateria giallonera pronto ad accogliere ogni sera fino ad ottomila nasi all'insù.

Anche a Locarno72 la programmazione della Piazza sarà il solito trionfo di cinema pronto a soddisfare qualsiasi sguardo. L'inizio, mercoledì 7 agosto, non poteva che essere un esordio, quello di Ginevra Elkann, che insieme al suo Magari porterà a Locarno Riccardo Scamarcio e Alba Rohrwacher, protagonisti della sua storia di una famiglia italiana di inizio anni '90 alle prese con una separazione. Poi, rotto il ghiaccio, ci sarà spazio per la difficile maturità "sorvegliata" di Lise, accusata dell'omicidio della sua migliore amica (La Fille au bracelet, di Stéphane Demoustier), che sarà preceduta dai gesti e dalle pennellate in 16mm di Basim Magdy, artista egiziano che preleva il mondo reale per poi rielaborarlo tra ippopotami e calamari (New Acid). Puntuale poi l'appuntamento con il sottile filo della tensione, con 7500 che vedrà Joseph Gordon-Lewitt nei panni del protagonista del film di Patrick Vollrath e ospite della Piazza, o nel mezzo dell'Africa, insieme a Camille, fotoreporter sospesa tra la forza di un ideale e la violenza di una guerra civile nelle immagini dirette da Boris Lojkine. Sospesa sarà anche Maud, l'architetto di Notre dame di Valérie Donzelli, invischiata in un concorso vinto per sbaglio e travolta da sentimenti in rivoluzione. Sentimenti che impastano, tolgono il fiato e incendiano la passione, simili a quelli dietro le sbarre di un carcere che dominano Nicoline e Idris, psichiatra e stupratore, protagonisti di una storia ritmata da intelligenza e psicopatia (Instinct, di Halina Reijn). In Piazza Grande poi si chiuderà una trilogia, la trilogia schizofrenica e solitaria di Fabrice du Welz, che con Adoration completerà il cerchio iniziato con Calvaire e continuato con Alleluia. Non poteva che servire una Piazza Grande per contenere le 500 ore di materiale inedito che la famiglia del Pibe de Oro ha affidato alla capacità di sintesi di Asif Kapadia per il suo Diego Maradona. Manca qualcosa? Sì, le risate e la paura. Le risate dell'estate schizofrenica di Daniel, tra i Metallica nelle cuffie e la mamma bibliotecaria in casa (Days of Bagnold Summer di Simon Bird) e la paura del gran finale firmato dal maestro del j-horror giapponese Kiyoshi Kurosawa, che attraverserà l'occidente con To the Ends of the Earth. Poi, dulcis in fundo, manca ancora la notte dei 160' di Quentin. La notte di Once upon a time... in Hollywood, due ore e mezza di Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Dakota Fanning, Al Pacino, Kurt Russell, Luke Perry e molti altri. Una notte che ne vale undici, undici notti che valgono un Festival.

Ah, ovviamente non poteva finire così. Poi infatti ci sono le Crazy Midnight, le seconde proiezioni delle notti che valgono doppio, tra follia in 16:9 e voglia di rimescolare le carte del cinema. Sono le notti di Cecil B. Demented, del Pardo d'onore John Waters, del meraviglioso delirio di Die fruchtbaren Jahre sind vorbei di Natascha Beller, del trionfo sudcoreano Salinui chueok (Memories of Murder) di BONG Joon-on, di THE NEST (Il Nido) di Roberto De Feo, di Greener Grass di Jocelyn DeBoer e Dawn Luebbe e di Coffy di Jack Hill.

Il programma completo al seguente link

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