News  ·  11 | 08 | 2019

Lotta di classe

Stando alle dichiarazioni ufficiali della giuria, quella di assegnare la Palma d’oro del Festival di Cannes 2019 a Gisaengchung (Parasite) fu una scelta unanime. E vedendo il film non si stenta a crederci: la regia precisa, la sceneggiatura calibrata al millimetro, la commistione di generi, l’attualità politica espressa con una ferocia graffiante e beffarda, una colonna sonora impeccabile (con l’uso memorabile di In ginocchio da te di Gianni Morandi) e quattro protagonisti pienamente (dis)umani sono gli ingredienti giusti di un dramma sociale che mescola anche tinte horror e da commedia. Il divario, fisico e simbolico, tra i ceti sociali in Corea del Sud è al centro di un film che è la summa di tutto il cinema di Bong Joon-ho, che dopo le esperienze internazionali di Snowpiercer e Okja torna a raccontare il suo paese con una geometrica, ipnotica crudeltà che trasforma una riflessione nazionale in orrore universale. E lo fa affiancato dal suo attore-feticcio, Song Kang-ho, alle prese con un ruolo camaleontico che racchiude tutti i registri possibili: divertente, profondo, umile, straziante, a tratti anche terrificante o grottesco. E così, alla quarta collaborazione, il duo più importante del cinema coreano contemporaneo raggiunge l’apice con un racconto nero e al contempo tenerissimo, rappresentazione parossistica ma anche dolorosamente verosimile delle sfaccettature della vita.

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