News  ·  12 | 08 | 2019

Le relazioni pericolose

Piazza Grande - Instinct

Il rapporto tra prigioniero e carceriere è stato sviscerato e declinato in modalità multiple dal cinema, e spesso in quella situazione in bilico si accende anche, inconsapevolmente, la fiamma della passione. Per non dire poi della relazione intima tra terapista e paziente, foriera di pulsioni illecite.

All’intersezione di queste due trame si dipana l’intreccio di Instinct, opera prima della poliedrica attrice olandese Halina Reijn che esplora il conflitto causato dall’incontro tra Nicoline (Carice van Houten), psicologa che entra in servizio in un centro di riabilitazione di Amsterdam, e Idris (Marwan Kenzari), criminale accusato di violenze sessuali multiple.

Tra i due scorre immediatamente qualcosa di torbido – un riconoscersi delle reciproche debolezze e tendenze – che non mancherà di portare a delle conseguenze estreme nel loro rapporto. Idris è chiaramente un manipolatore, e Nicoline deve combattere internamente tra il riconoscere l’azione depistante del soggetto che ha in cura e il superamento (o meno) dei suoi traumi, probabilmente provenienti dalla famiglia d’origine, e sottilmente suggeriti dalla regista attraverso la descrizione del rapporto tra la terapeuta e sua madre.

Carice van Houten si lascia andare con complicità al personaggio, affidandosi all’amica di sempre Halina nel restituirci un ritratto estremamente complesso – la sua Nicoline è allo stesso tempo forte e fragilissima, sottomessa e alla ricerca di una via d’uscita, febbrilmente attratta da una passione morbosa e accecante ma bloccata dalla sua incapacità di raggiungere una vera intimità. E soprattutto, restano ambigue le sue motivazioni – la sua è sete di giustizia, o di vendetta? Allo spettatore chiamato in causa dall’interpellazione finale, touche de finesse attoriale e autoriale, il compito di cercare la risposta dentro di sé.

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