News  ·  18 | 05 | 2020

Raja Chhinal (1973-2020)

Si è spento Raja Chhinal, complice gentile del cinema d'autore

Domenica mattina se ne è andato, giovanissimo, Raja Chhinal. Raja era un amico del Locarno Film Festival e un amico del cinema d'autore. Del cinema d'autore indiano, il cinema della sua terra, di casa. O forse sarebbe meglio dire dei cinema indiani; di quel racconto per immagini di una terra di terre, di lingue, di religioni, di culture, di sensibilità, di appartenenze. Ecco, per quei racconti, per quelle lingue e per quel linguaggio - il cinema - Raja ha impegnato tutta la sua passione.

Raja Chhinal era uno dei tanti professionisti del cinema silenzioso, quello che non finisce sullo schermo, ma dietro. Quelli di cui difficilmente si legge il nome, ma che lavorano affinché si legga quello degli altri, gli autori. Per anni dipendente della NFDC cinemas of India, Raja è stato il volto sorridente della piccola grande rivoluzione voluta e costruita dalla direttrice Nina Lath Gupta: riaccendere una luce sul cinema d'autore indiano. Su quel cinema indipendente che a cavallo dal secolo è sparito dal cono di luce sulle cinematografie proveniente da Est. In pochi anni Nina e Raja hanno costruit Film Bazaar, evento di mercato che in breve tempo si è affermato quale porta essenziale per riuscire a dialogare con il cinema indiano e dell'Asia del Sud. Film Bazaar, di cui Raja era direttore, ha saputo innescare nuovamente i contatti e gli uno sguardo reciproco tra autori e produttori locali e professionisti dell'industria occidentale. Relazioni essenziali per "esserci", per esistere in un orizzonte internazionale, e di cui all'altro capo in questi anni c'è stato anche il Locarno Film Festival con Open Doors. Ecco, Raja era una delle voci essenziali dei dialoghi di Open Doors, un versante dello scambio, una delle mani con cui tessere quotidianamente, edizione dopo edizioone e Bazaar dopo Bazaar, la rete del cinema d'autore. Insomma, Raja era una di quelle persone e di quei professionisti che raccontano al meglio cosa sia e dove guardi il Locarno Film Festival.

«Raja era un professionista apprezzatissimo - racconta Paolo Bertolin, Open Doors Artistic Consultant -  e aveva una dote meravigliosa: la serenità. Chiunque in questo momento gli sta riconoscendo la capacità di affrontare qualsiasi burrasca con il sorriso, la serenità e la cortesia. Era un uomo gentile e generoso, capace di smussare le asperità con competenza e cortesia. Era davvero molto amato, apprezzato e ammirato. Per molti era davvero un complice gentile».

Sicuramente Raja era un complice del cinema indiano. Anzi, di nuovo, dei cinema indiani. Nell'ultimo periodo, in particolare, stava lavorando per le cinematografia delle "sette sorelle", i sette stati dell'India nord-orientale che si conficcano nel fianco della Cina facendosi largo tra Bhutan, Bangladesh e Myanmar. Ecco, Raja, era lì, tra quelle piccole, piccolissime cinematografie tendendo l'orecchio alle loro voci e il sorriso a chi volesse scoprirle. Lì, tra l'Assam, il Manipur e il Nagaland. Casa sua. Buon viaggio Raja.

 

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