News  ·  29 | 07 | 2020

Ieri, oggi, domani

di Lili Hinstin, Direttrice artistica del Locarno Film Festival

©SabineCattaneo

In questo 2020 stiamo assistendo a un fatto straordinario: il mondo intero sta vivendo un’esperienza collettiva. Parallelamente alla drammatica situazione sanitaria, stiamo sperimentando anche la rivelazione di un mondo globale, un mondo di cui siamo diventati il centro e che viviamo da casa nostra, attraverso gli schermi dei nostri computer, dei nostri smartphone.  

Noi che lavoriamo per il cinema, che altro non è se non la mediazione del mondo attraverso immagini e suoni, siamo forse più preparati a vivere questo momento, un momento che per ognuno di noi è anche l’occasione di ripensare a sé stessi; un tempo diverso in cui la riflessione ha maggiore spazio, in cui la velocità sociale a cui siamo costantemente sottoposti si è attenuata, ha rallentato. 

È un momento di grandi interrogativi e l’occasione per noi di ripensare il Festival, di chiederci quale sia la sua vera missione, la sua stessa essenza. La prima risposta che abbiamo trovato è stata quella di difendere, sostenere e accompagnare gli artisti e le loro opere; di proporre al pubblico, attraverso le nostre scelte, una cartografia effimera del mondo e delle possibilità estetiche di rappresentarlo. Tutta la macchina complessa del Festival, di cui fanno parte anche i partner e gli sponsor, contribuisce a questa mappa e ai cammini che suggerisce.  

Inoltre, in questo periodo di grave crisi sanitaria, che nessuno sa quando finirà (scrivendo mi sembra di redigere il diario di uno dei personaggi di Philip K. Dick), con il comitato di selezione abbiamo deciso di lavorare su due linee ben precise: la responsabilità e la solidarietà.  

Da un lato la responsabilità di rinunciare consapevolmente alle nostre sale, a partire dall’iconica Piazza Grande, che sono il vanto di Locarno (uno dei rari grandi festival in cui i posti a sedere sono quasi sempre assicurati) e di conseguenza alle differenti sezioni competitive dedicate ai lungometraggi. Proporre cinema d’autore sul piccolo schermo in piena estate, quando le persone cominciano a uscire dal confinamento dei mesi precedenti, non ci è sembrata la condizione ideale per permettere a un film di incontrare il suo pubblico.  

Abbiamo invece deciso di mobilitare una parte dei soldi destinati ai tradizionali premi per creare il progetto The Films After Tomorrow, che offrirà un contributo finanziario, anche grazie al sostegno di vari partner, tra i 30'000 e il 70'000 franchi. Cifre messe a disposizione di film la cui produzione è stata interrotta e messa in pericolo dal COVID-19.  

Abbiamo ritenuto necessario, poi, rivolgere il nostro pensiero anche all’altro capo della filiera cinematografica, uno dei più duramente toccati dalla crisi: le sale cinematografiche. Ogni spettatore di Locarno 2020 potrà contribuire liberamente, ad ogni visione di un film proposto online per aiutare le sale cinematografiche indipendenti svizzere. 

Così quest’edizione “impossibilitata” guarda più che mai verso il futuro, contribuendo in maniera concreta alla produzione cinematografica dell’avvenire e al sostegno delle sale indipendenti che programmano e mostrano al pubblico film d’autore, ma anche ponendo l’accento su due sezioni del Locarno Film Festival che da sempre rappresentano il futuro della settima arte. Da un lato i Pardi di domani, selezione di cortometraggi realizzati da cineasti che non si sono ancora cimentati con i lunghi, e dall’altro Open Doors, programma che quest’anno festeggia il suo 18esimo anniversario e che è consacrato alla cinematografia di quei paesi detti “emergenti” e che saranno i protagonisti del mondo di domani. 

Infine, quest’edizione ibrida che abbiamo costruito quest'anno, un’edizione che naviga tra il fisico e il digitale, pone anche le prime riflessioni sull’accesso ai contenuti nei prossimi anni. 

Come mi è stato detto recentemente, quest’edizione del Festival potrebbe essere considerata “da collezionista”; un’edizione speciale che guarda verso la luce, come l’uomo che esce dall’ombra nel fotogramma di Invasión di Hugo Santiago che illustra il nostro programmino, ma anche un’edizione – come tutte quelle che l’hanno preceduta – in sintonia (e alle prese!) con i tempi.

Lili Hinstin
Direttrice artistica del Locarno Film Festival 

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