News  ·  14 | 08 | 2020

A moment of Mohsen

Da premiato a giurato: la parola al regista Mohsen Makhmalbaf

Per lei Locarno rappresenta un ritorno ideale a un Festival che diventa anche un ritorno cinematografico, visto che qui – nel viaggio che proponiamo all’interno della storia del Festival – verrà riproposto il suo film del 1996 Noon-O-Goldoon (A Moment of Innocence). Che ricordo ha di quel film e di quella esperienza?
Il ruolo dei festival cinematografici è quello di scoprire quei film che hanno il potenziale per diventare globali. Nel caso di A Moment of Innocence, è stato il Locarno Film Festival a fare questa scoperta. Dopo la sua prima a Locarno, A Moment of Innocence ha partecipato a molti festival cinematografici ed è stato ampiamente proiettato nei cinema d'essai di tutto il mondo. Quando ho iniziato a fare quel film, il produttore locale era preoccupato che sarebbe stato censurato e avrebbe perso i suoi soldi. Gli ho promesso che se il film fosse stato censurato in Iran, gli avrei restituito i soldi. Il film è stato vietato dopo essere stato realizzato. C'era un'opzione per censurarlo pesantemente e fargli perdere il suo significato. Io e la mia famiglia abbiamo deciso di vendere tutto quello che avevamo per salvare il film e mantenere la nostra promessa. Abbiamo venduto la nostra casa e ripagato il produttore locale e siamo riusciti a mantenere intatto il film. Oggi questo film ha viaggiato in tutto il mondo ma rimane ancora vietato in Iran.

Ma a Locarno2020 lei approda anche in qualità di giurato per una sezione come quella The Films after Tomorrow, cioè dei film sospesi a causa dell’emergenza covid19. Che effetto le fa giudicare lavori che diventeranno film veri e propri in futuro?
Nel corso degli anni sono stato giurato in molti festival cinematografici. Normalmente come giurie ci viene chiesto di giudicare i film finiti. È sempre molto difficile giudicare. Ma direi che questa volta è ancora più difficile, poiché stiamo guardando progetti che sono in diverse fasi della loro produzione. Alcuni di questi film sono già stati girati a metà. È come se dicessimo quale bambino già nel grembo materno dovrebbe nascere e quale no. Ma almeno in questo caso il nostro giudizio darà un sostegno cruciale per alcuni di questi progetti in un periodo piuttosto impegnativo.

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Il futuro non è né una catastrofe né un miracolo. È un po'meglio o peggio di ciò che temiamo o pensiamo. Ma la maggior parte delle volte risulta essere migliore dei nostri pensieri.

Il Festival di Locarno ha avuto la fortuna di essere una delle prime rampe di lancio internazionali per il cinema iraniano di tanti nuovi autori. C’è ancora adesso un feeling speciale?
All'inizio della nuova ondata del cinema iraniano, il Locarno Film Festival ha svolto un ruolo importante nell'introdurlo al mondo del cinema. Negli anni, con il cambio dei direttori artistici di Locarno, il sostegno al cinema indipendente iraniano è in larga misura scomparso. Invece, in assenza di Locarno, festival come Cannes, Venezia e Berlino sono stati la forza portante del cinema indipendente iraniano. Spero che Locarno torni a sostenere ancora una volta il cinema iraniano, soprattutto in questi tempi molto difficili in cui la maggior parte dei film d'arte indipendenti iraniani sono vietati.

Il suo è sempre stato un cinema che è riuscito attraverso uno sguardo poetico a raccontare i nodi più tragici della realtà. Da dove nasce questa necessità?
L'Iran è la terra della poesia. Sono anche cresciuto con la poesia. Ho letto poesie durante tutti gli anni in cui sono stato in prigione politica. Ho composto quaranta poesie durante il lockdown, rimanendo a casa. Posso dire che vivo grazie alla poesia.

È la domanda che facciamo a tutti: secondo lei come cambieranno il cinema e il fare cinema dopo l’esperienza della pandemia?
Credo che "il futuro non è né una catastrofe né un miracolo". È un po' meglio o peggio di ciò che temiamo o pensiamo. Ma la maggior parte delle volte risulta essere migliore dei nostri pensieri. La vita è dura, come essere in un oceano in una tempesta; dobbiamo fare una barca per galleggiare con le onde. Una barca soggettiva con le nostre convinzioni. Il cinema di domani ha un ruolo importante nella realizzazione di questa barca soggettiva.

Intervista a cura del Locarno Daily

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