News  ·  14 | 08 | 2020

Il Business del cinema svizzero

Il 10 agosto si è tenuta la tavola rotonda di SwissBiz, organizzata da Locarno Pro e Cinébulletin

In un anno dedicato al futuro del cinema, non poteva non esserci una discussione sul settore svizzero nello specifico. Ecco quindi la tavola rotonda di SwissBiz, organizzata da Locarno Pro in collaborazione con Cinébulletin, la rivista destinata ai professionisti cinematografici elvetici. Tra i partecipanti alla discussione, tenutasi online e moderata dalla giornalista Pascaline Sordet, c’era Thierry Spicher, responsabile delle acquisizioni per la casa di distribuzione losannese Outside the Box. Da dove bisognerà ripartire, secondo lui, con l’industria svizzera? “Non lo sappiamo ancora perché la situazione non si è stabilizzata, la vera domanda è dove andremo. Al momento l’impatto maggiore è legato al settore della distribuzione, della promozione e degli esercenti, e questi ultimi saranno ancora colpiti sul lungo termine a causa delle produzioni interrotte, i festival cancellati e le uscite rimandate.” Qual è l’impatto della fruizione domestica dei film, abitudine consolidatasi  in maniera inedita negli ultimi mesi? “Cambierà il nostro rapporto con i venditori internazionali, perché è possibile che prediligano un modello basato sulla combinazione festival e streaming, evitando la tradizionale uscita in sala.” Un altro elemento su cui potrebbe influire lo streaming è il rapporto con gli aventi diritto internazionali, come spiega Spicher: “Non è da escludere che alcune realtà locali scompaiano in caso ci sia una globalizzazione della gestione dei diritti. Questo porterebbe anche a una perdita della diversificazione dell’offerta.” Problemi che al momento però non dovrebbero colpire Outside the Box, presente a Locarno anche come parte integrante dell’evento di chiusura con una selezione dei corti della Lockdown Collection, raccolta di brevi film realizzati da registi svizzeri durante l’isolamento domestico.

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