News  ·  21 | 11 | 2020

Buon viaggio, Valentina

Il direttore artistico Giona A. Nazzaro saluta la giovane regista italiana Valentina Pedicini scomparsa ieri

Valentina Pedicini era una bella persona. Una di quelle di cui ti fidi, che capisci che puoi parlarci schiettamente. Una guerriera dolce e determinata. Una cineasta di razza. Quando ci discutevi, si sentiva, a pelle che veniva da un posto vero; che non aveva finzioni. Che non barava. Che fare cinema per lei era come ingaggiare un corpo a corpo con il mondo. Era minuta Valentina, ma stillava energia. I suoi occhi profondi come il mare saggiavano istantaneamente le situazioni e le parole. Nel panorama del cinema italiano, Valentina era una boccata di vita vera. Il suo documentario Dal profondo fu presentato a Visions du Réel a Nyon suscitando una grandissima impressione.

Come cineasta, Valentina credeva nell’immergersi nella materia delle cose. Non aveva premesse ideologiche alle quali aderire che non fossero i suoi valori di fondo. Le immagini che letteralmente estraeva dalla materia che si offriva al suo sguardo venivano trasformate da un’intuizione formale generosa e precisa. Le sue immagini veicolavano il racconto. E così facendo avvicinava lo spettatore a un mondo al quale probabilmente non avrebbe mai avuto accesso. Era evidente che, al di là delle questioni teoriche inerenti alla pratica documentaria, che comunque conosceva profondamente, Valentina possedeva un’empatia in grado di permetterle di sondare il mondo. Una questione di sguardo, e il suo era affilato e tenero, critico e poetico. Valentina era schiettamente inquieta e questo la portava a esplorare in forme “mai viste”, mai allineate ai pensieri dominanti, strati di vero. E se nei fotogrammi di Dal profondo s’intravedeva che il suo sguardo era attratto verso altre possibilità di racconto, la sorpresa di trovarsi di fronte a Era ieri, magnifico cortometraggio, romanzo di formazione annegato nel calore di un sud mai oleografico, fu enorme. Lo invitammo senza esitare alla Settimana della critica di Venezia, dove fu accolto con favore unanime. Lei, quasi si proteggeva dalle attenzioni, come se avesse rivelato troppo di sé. E il suo spirito indomito esplodeva gentile nel gesto di una bambina che fa dono di un braccialetto a una coetanea, uno dei tanti momenti indimenticabili di Era ieri. Instancabile realizza subito dopo il suo esordio nel lungometraggio di finzione, Dove cadono le ombre, presentato alle Giornate degli autori di Venezia. “Volevo raccontare la storia dolorosa dei bambini Jenisch a cui si è voluta negare un'identità», spiegava a chi le chiedeva perché avesse voluto riportare alla luce una pagina dimenticata della storia svizzera.

Oggi, alla luce della sua scomparsa così atroce e prematura, il magnifico Faith assume un valore completamente diverso. Ne parlammo a lungo. Raccontava di come aveva scoperto la comune dei guerrieri, di come li aveva filmati, di come era entrata in contatto con loro. Con l’emozione di chi aveva scoperto un pianeta nuovo. E sicuramente era proprio così. Il cosiddetto documentario per Valentina Pedicini era questo: aprirsi alle possibilità del mondo. Presentato in numerosi festival, primo fra tutti l’Idfa, ottiene premi importanti. Valentina era una cineasta di portata internazionale. Il suo viaggio era appena iniziato. Noi restiamo qui attoniti, increduli, incapaci di farcene una ragione. “Noi perdiamo una sorella. Con Vale abbiamo condiviso un percorso e la vita”, ci dice Silvia Luzi, autrice con Luca Bellino de Il cratere.

Buon viaggio, cara Valentina. Buon viaggio. Grazie per la bellezza che ci hai donato.

 

Giona A. Nazzaro

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