News  ·  02 | 12 | 2020

Conversazione con Paolo Mereghetti

Da Camus a Darth Vader, Giona A. Nazzaro chiacchiera con il critico e autore de Il Mereghetti, il dizionario dei film che quest'anno festeggia la 15° edizione

L'immagine di copertina de Il Mereghetti 2021

Nonostante gli innumerevoli problemi che il 2020 ha offerto al mondo del cinema e dei festival cinematografici, qualche isolata buona notizia c’è stata comunque. Una di queste, e si tratta di una notizia entusiasmante, è che nemmeno la pandemia ha potuto fermare IL MEREGHETTI, Dizionario dei film curato dal critico del Corriere della sera Paolo Mereghetti. Definito affettuosamente “il monolite”, è una sfida editoriale davvero imponente. Edito da Baldini + Castoldi, con la guida dell’infaticabile Elisabetta Sgarbi de La nave di Teseo, il libro - “ci tengo che il dizionario sia soprattutto un libro” ribadisce il critico - si offre come una lettura entusiasmante.

Ricomincio da Tenet

«Nessuno all’inizio dell’anno scorso avrebbe mai potuto immaginare la situazione nella quale ci siamo venuti a trovare», ci spiega Paolo Mereghetti. «Come potevano immaginare che avremmo affrontato un anno i cui film non sarebbero stati distribuiti e i festival si sarebbero trovati in gravissime difficoltà?». Come fare fronte alla mancanza di materia prima dunque?

«Riflettendoci, il dizionario serve soprattutto per un uso domestico, a chi sta in casa per orientarsi nella scelta offerta dalle televisioni, dall’home video e adesso dalle piattaforme. Ci siamo resi conto che in una situazione come questa la funzionalità e lo scopo del dizionario sono persino maggiori. Abbiamo inserito Tenet, fra i nuovi film, come omaggio a chi ha avuto il coraggio di sfidare la pandemia. In esergo ho voluto porre un passo tratto da La peste di Camus da me dimenticato ma che mia moglie ha riportato alla mia attenzione: Cottard dice a Tarrou: “Va bene, ma che cosa intendi per vita normale?” E questi risponde: “Nuovi film al cinema».

Star Wars e il Giappone

In copertina campeggia Darth Vader, l’arcicattivo iconico di Star Wars, interpretato dall’attore britannico David Prowse, scomparso di recente. «Si è trattato di una coincidenza, ma dopo avere dedicato le precedenti copertine al cinema italiano, mi piaceva l’idea di proiettare una luce nuova su un film che è molto più di un film come Guerre stellari. Continuo a chiamarlo Guerre stellari, perché appartengo a un’altra generazione», aggiunge ironico Paolo Mereghetti. «Quest’anno abbiamo ben 68 schede tematiche incentrate, fra l’altro, su personaggi come Amleto, Gesù, Zorro e così via dicendo e Guerre stellari, o meglio l’universo Star Wars è una di queste. Credo che abbiamo fatto davvero il punto definitivo sull’universo creato da George Lucas».

Da anni ormai, oltre ai nuovi titoli, il dizionario si offre come uno strumento di riscoperta nei confronti di autori cosiddetti dimenticati. Spicca nella nuova edizione la presenza di un cineasta della ex Germania dell’est come Konrad Wolf, amatissimo da Thomas Heise, e autore di un capolavoro come Ich war neunzehn (Avevo 19 anni). «Ogni anno tentiamo di allargare l’orizzonte. Abbiamo puntato molto anche sul cinema giapponese, con autori come Naruse, Kinoshita, Ichikawa».   

Da Cassavetes a Gianni e Pinotto

Un altro aspetto fondamentale, è il progetto di “revisionismo” interno al dizionario. «Da tre o quattro edizioni abbiamo iniziato a rileggere da altre angolazioni e prospettive autori e film, dimenticati o più affermati. In questa nuova edizione abbiamo rivisto tutto Andrzej Wajda, tutto John Cassavetes, Agnès Varda (Pardo d’onore Swisscom nel 2014) e Robert Bresson. Ma abbiamo rivisto anche i film di autori diversissimi fra loro come Pupi Avati, Philippe De Broca e le commedie di Gianni e Pinotto (ossia Abbott & Costello). Senza dimenticare registi dati forse come scontati come Henri Verneuil, Georges Lautner, Jean-Pierre Mocky e Robert Hossein che invece hanno realizzato film molto interessanti. Mi interessa molto questo mettere in relazione il cinema popolare e quello d’autore. Abbiamo rivisto alcune schede di film di Fellini e Bergman ma c’è anche Francis il mulo parlante. A volte questo revisionismo che applichiamo alle schede del passato, film magari ricordati a memoria all’epoca e che oggi possiamo rivisitare su dvd, offre molti motivi di sorpresa. Faccio l’esempio di Chiamata per il morto di Sidney Lumet, cui in una precedente edizione avevo appioppato una “palla vuota” e che ora ha conquistato tre stelle. Riscoprire James Mason e Simone Signoret, osservare il magistero artigianale di Lumet è stato davvero rivelatore». «Invece - aggiunge Mereghetti - e so già che mi attirerò dei sarcasmi e delle ironie, un film molto amato come Omicidio a luci rosse di Brian De Palma mi sembra mostri tantissimo i segni del tempo. Le intuizioni formali che all’epoca sembravano tanto vitali, oggi mi sembrano meno urgenti, motivo per cui il film ha perduto una stelletta. Mi sembra che la distanza permetta una valutazione critica più serena e attenta».

Tra passato e futuro

Cosa c’è in serbo nel futuro del Mereghetti? «Ho già iniziato a schedare i nuovi film” - risponde pronto il critico - Anche la risposta del pubblico a questa nuova edizione è stata molto positiva e incoraggiante. Continuiamo a esplorare il cinema del futuro e del passato».

E noi ad attendere trepidanti la nuova edizione.

Giona A. Nazzaro

 

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