News  ·  18 | 12 | 2020

2020 addio, è tempo di ritrovarci

Con l’ultimo meeting online del programma cileno si è chiuso l’anno delle Locarno Industry Academy International. Tra rivoluzioni e belle scoperte

The Locarno Industry Academy International "2020 Edition"

Basta schermi. O quasi. Incredibile, parlando di cinema. Eppure è così, alla fine di questo imprevedibile e - si spera! - unico 2020, una parte dell’industria sogna di chiudere lo schermo. Non quello grande, bianco, su cui il cinema vive, ma quello piccolo, casalingo, in cui le Locarno Industry Academy International hanno dovuto vivere e incastrarsi quest’anno. Un 2020 di rinuncia e rilancio, di delusioni e sorprese, di idee da trovare e idee da salvare, per il futuro. Già, perché in quel piccolo schermo a tratti alienante, il team delle Locarno Industry Academy in realtà ha trovato e scoperto anche qualcosa di importante, di democratico. E a tracciare un bilancio e disegnare il profilo di questo 2020 che ha costretto a rinunciare agli appuntamenti a Locarno, Panama, Beirut, New York e Morelia, traslocando invece online quelli di Thessaloniki, São Paulo e Santiago, sono Marion Klotz, International Project Manager che si occupa in prima persona, insieme a Erick Gonzalez, anche dell'Academy in Cile; Konstantinos Aivaliotis,  Project Manager a Thessaloniki; e Julia Duarte, Project Manager a São Paulo. Ovvero parte del team che ha dovuto ripensare qualcosa che vive di incontri, immaginandolo a distanza.

«Nelle nostre Academy il contenuto vale tanto quanto la forma, che è l’incontro, da cui il legame che si crea tra i partecipanti - racconta Marion Klotz -. Già in partenza abbiamo dovuto quindi affrontare qualcosa a cui potenzialmente mancava il 50% della sua forza. La sfida principale è stata proprio riuscire a innescare una coesione tra i partecipanti, nonostante fossero a decine, centinaia o migliaia di chilometri di distanza. Il “faccia a faccia” è parte integrante ed essenziale della nostra pedagogia, è fondamentale che i partecipanti vivano l’esperienza insieme, dunque l’obiettivo primario era uno: ricreare quello spazio di scambio». «Andava colmata una sensazione di vuoto - aggiunge Konstantinos Aivaliotis - quella di chi vive partecipando a un evento collettivo senza poter condividere quel che si prova dopo un seminario o una splendida discussione. Allo stesso tempo bisognava ricostruire un equilibrio, tra numero di incontri, calendario, ritmo, e coinvolgimento dei partecipanti». «Le Academy generano incontri, che a loro volta formano nuove reti di professionisti che si sostengono a vicenda - spiega Julia Duarte - La "sfida 2020" era riuscire a ricostruire questo terreno digitalmente! E sinceramente, a giochi fatti e seguendo il gruppo WhatsApp dei partecipanti, è incredibile constatare come questo sia avvenuto».

 

Marion Klotz, Julia Duarte e Konstantinos Aivaliotis Marion Klotz, Julia Duarte e Konstantinos Aivaliotis

Qual è stata la più bella lezione di questo 2020?
MK
: «Il lavoro di squadra. Tra di noi e con i nostri partner, come BrLab e Australab, che hanno immediatamente messo sul piatto impegno e entusiasmo. Se penso all’America Latina, nonostante le ovvie difficoltà era davvero importante che l’Academy continuasse, anche in un contesto non ideale. E non solo ci siamo riusciti, ma addirittura proprio quest’anno abbiamo dato all’intera regione e alle sue Academy un coordinamento e riferimento centrale, facendo nascere la Locarno Industry Academy America Latina, un progetto realizzato grazie al supporto di IBERMEDIA program, unico nel suo genere che ha ulteriormente rafforzato i legami e aumentato la forza organizzativa».

KA: «In primo luogo che il nostro grande alleato, la tecnologia, ha un prezzo. E poi che se sei un grande speaker, un bravo insegnante, lo sei anche online.».

JD: «La resistenza dei nostri tutor e dei partecipanti. Ascoltarli, ognuno dal proprio Paese e con la propria storia, desiderosi di andare avanti, di condividere, di resistere, appunto; quando siamo in grado di condividere esperienze, tutto sembra possibile all’orizzonte».


Il digitale, le piattaforme, possono essere il futuro dell’Academy?
MK
: «I vantaggi sono reali e evidenti; garantiscono una diversità di profili sia tra i partecipanti sia tra i tutor, che non sono più costretti a viaggiare, alloggiando altrove per 3/4 giorni, con i costi che richiede. La tecnologia elimina questi vincoli e dunque allarga la platea dei possibili partecipanti, offrendo la medesima formazione anche a chi non ha mezzi finanziari. L’online è accessibile a tutti, offre inclusione e diversità. Forse la cosa più interessante da fare è immaginare un formato ibrido, per non perdere questi valori. Detto questo, il nostro impegno dev’essere rivolto all’incontro, all’esperienza reale. Il nostro lavoro è contatto, comunicazione, relazioni basate sulla fiducia. La nostra stessa industria è stata costruita su un’idea sociale».

KA: «Tecnicamente possono esserlo, ma sono fermamente convinto che nel contesto di un’Academy legata a un Festival sia molto meglio e più efficiente organizzarsi fisicamente, tra le attività di un mercato internazionale. Qualche programma educativo indubbiamente rimarrà esclusivamente online, ma nel nostro caso bisognerebbe cambiare molto affinché una nostra versione online possa avere un senso ed essere attrattiva».

JD: «Uno scenario online non è di certo il miglior auspicabile; ci sono aspetti estremamente positivi di questa esperienza, come l’essere riusciti a strutturarci con la nascita della Locarno Industry Academy America Latina, lavorando insieme a tutti i project manager. O ancor di più l’aver potuto allargare la nostra platea de-centralizzando la selezione; di solito a São Paulo abbiamo persone della città o del Brasile, quest’anno avevamo un solo partecipante di São Paulo, qualche brasiliano di altre regioni e poi ragazzi dalla Bolivia, dal Cile, dalla Colombia, dal Messico e dal Perù. Insomma, probabilmente dovremo guardare a un modello ibrido, più sostenibile, più inclusivo e meno costoso, senza però perdere al contempo gli incontri, gli eventi e soprattutto l’esperienza di vedere un film in un luogo buio, circondati da altre persone».


Come immagini l’Academy 2021?
MK
: «Faccia a faccia, condividendo ciò che il digitale non saprà mai trasmettere».

KA: «Al suo posto, nel porto di Thessaloniki, nel Magazzino C, tra persone di tutto il mondo che corrono con un caffè in mano per assistere a una proiezione o a un incontro, incrociando altri volti e altri sorrisi».

JD: «Ibrida, in presenza e online, capace di accogliere chiunque».

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