News  ·  20 | 04 | 2021

La luce resta sempre accesa...

Il direttore artistico Giona A. Nazzaro riflette sulla riapertura delle sale cinematografiche in Svizzera.

E se Dante tornava a riveder le stelle, in Svizzera ci si può nuovamente immergersi nel buio delle sale cinematografiche, finalmente riaperte. Interessante osservare come sino a poco prima che la pandemia si abbattesse su di noi le sale nel dibattito culturale sembravano ridotte a dinosauri sopravvissuti alla loro data di estinzione. Eppure, proprio come i dinosauri più coriacei, quelli dalla pelle durissima che amiamo nella loro versione nipponica da kaiju-eiga, le sale, dopo che si è abbattuto il meteorite Covid19 (con le conseguenze catastrofiche e tragiche che sono sotto gli occhi), hanno assunto un ruolo e un valore simbolico evidente a tutti, e non solo ai frequentatori  e frequentatrici più assidui cui è chiaro da sempre. La sala cinematografica è diventato il simbolo della resistenza della cultura tutta. La sala cinematografica è diventata il segno stesso delle nostre comunità. La sala cinematografica è diventata, ancora una volta, il falò intorno al quale ci stringiamo per allontanare le tenebre e la tentazione dell’atomizzazione. Non si tratta di retorica. Osservate la filiera del cinema. La filiera tradizionale di produzione, distribuzione, esercizio (senza dimenticare il momento unico, sempre magico, in cui stringiamo un altro biglietto fra le mani prima di varcare la soglia del buio…). Una filiera che è strutturata come la comunicazione stessa. Non siamo ingenui o nostalgici ma consapevoli delle innumerevoli trasformazioni in atto. Eppure, come trattenere la commozione e l’entusiasmo di fronte alla riapertura delle sale? La riapertura stessa è come un tornare alla vita. Guardare il cinema è, ovviamente, farsi riguardare dal cinema. La seduzione è sempre un gioco che si fa in due (tre, quattro… come sosterrebbe Baudrillard). Il cinema è plurale. Plurale come le molte anime e componenti di Piazza Grande, il luogo simbolo del cinema in Ticino, in Svizzera e nel mondo. Il segno di Locarno nel mondo. Lo schermo più grande d’Europa (qualcuno afferma del mondo…) che ha contribuito ad allevare generazioni di pubblici differenti, li ha raccolti, federati e, come in un magnifico riflesso di seduzione, si è fatto a sua volta trasformare da essi, in un dialogo permanente. Il cinema è questa cosa qui: si guarda una cosa per vederne altre. E così via. Il cinema è la cosa vista. Come dire che per vedere bisogna esserci. E noi ci saremo in Piazza Grande. Insieme a voi.

Giona A. Nazzaro

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Con la riapertura dei cinema torna Closer to Life, il progetto a sostegno proprio delle sale cinematografiche realizzato da Locarno Film Festival e laMobiliare. Cerca il tuo voucher finito nel cassetto o assicuratene uno... e buona visione!

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