Per un gioco di cifre, date e ricorrenze, il ritorno della Piazza Grande dopo l’anno “zero” della scorsa estate - senza schermo, senza cabina e senza sedie - coinciderà con un anniversario particolare: il suo 50esimo. 1971-2021, mezzo secolo preciso di Piazza Grande. Cinquant’anni in cui quella semplice grande idea dell’architetto Livio Vacchini è diventata l’icona del Locarno Film Festival. Uno schermo gigante sotto un cielo mozzafiato con intorno una piazza risorgimentale e davanti otto mila spettatori. Era il 6 agosto 1971, e a battezzare quella gigantesca vela bianca ci pensò il film di un newyorkese sconosciuto: Woody Allen, con Prendi i soldi e scappa (Take the Money and Run, 1969). Il 4 agosto 2021, cinquanta estati dopo, a riaccendere la Piazza ci penserà Beckett, di Ferdinando Cito Filomarino, con John David Washington e Alicia Vikander. Il tutto poco dopo aver premiato lì, su quel palcoscenico, Laetitia Casta, Excellence Award Davide Campari di Locarno74.
Poi, per undici giorni, sarà un via vai di star e sorprese, di scoperte e ritorni. Di prime mondiali o internazionali come il film d’animazione Yaya e Lennie - The Walking Liberty di Alessandro Rak e Respect di Liesl Tommy, e imperdibili tuffi nel passato come Animal House (National Lampoon’s Animal House, 1978) di John Landis e Terminator (The Terminator, 1984) di James Cameron.
Nel mezzo, in tutti questi anni, quella magia di fronte a 8 mila spettatori è stata Spike Lee e Agnès Varda, Quentin Tarantino e Hilary Swank, Michael Cimino e Isabelle Huppert; è stata Moulin Rouge! (Baz Luhrmann, 2001) e American Graffiti (George Lucas, 1974), Little Miss Sunshine (Valerie Faris e Jonathan Dayton, 2006) e The Full Monty (Peter Cattaneo, 1997). E ancora Hollywood e Bollywood, cinema svizzero e cinema coreano, risate e lacrime, stelle e pioggia, Locarno Daily e discorsi, Prix du Public UBS e Pardi d’oro. In due parole, è stata Piazza Grande.
