News  ·  08 | 08 | 2021

Intervista al regista

Gaspar Noé – Vortex | Piazza Grande

©Locarno Film Festival / Ti-Press / Samuel Golay

Com’è presentare Vortex in Piazza Grande?

È la prima volta che assisto alla proiezione all’aperto di un mio film, e questo è il cinema all’aperto più grande del mondo. Spero solo che non piova, perché già di suo il è molto triste, e non è bello se la pioggia si mescola alle lacrime del pubblico.

Quando il film è stato presentato a Cannes, se ne è parlato come di un Gaspar Noé atipico. Concorda con questo giudizio?

Hanno detto che è diverso, il che è un bene, perché non voglio fare lo stesso film due volte. Però sì, questo è marcatamente diverso, perché i miei film precedenti, con l’eccezione del mio esordio Seul contre tous, parlavano di giovani che scoprono il sesso e altre gioie della vita. Qui invece si tratta di una coppia di anziani alla fine del loro percorso.

Lei è noto per il suo riuscire a completare i film rapidamente...

Sì, e sono diventato più veloce col passare degli anni.

Climax, che ho realizzato nel 2018, è stato concepito a febbraio e girato a marzo, e la prima si è tenuta a Cannes a maggio.

Lux Aeterna, che ho portato a Cannes un anno dopo, ha avuto ritmi produttivi simili. Mi piace fare le cose velocemente, senza una vera sceneggiatura. Il bello del completare un film in quattro mesi è che poi ha otto mesi liberi prima del prossimo festival.

Per fortuna, Cannes quest’anno era a luglio, perché ho finito di girare Vortex a maggio.

La pandemia ha influito su questi ritmi durante la realizzazione di Vortex?

Girare in un appartamento labirintico e pieno di roba, con tutti che indossavano le mascherine, è stato un po’ claustrofobico. Mi sono sentito per due mesi come se fossi su un sottomarino, e alla fine delle riprese ho tirato un sospiro di sollievo.

Non c’è stata alcuna tensione sul set, ma personalmente non amo particolarmente le mascherine.

Com’è stato dirigere Dario Argento?

L’avevo visto presentare alcuni suoi film in occasione di proeizioni speciali a Parigi, e lui andava avanti per un’ora prima dell’inizio della proiezione, e il pubblico applaudiva, l’ho visto accadere con Il fantasma dell'Opera, per esempio. 

Mi sono sempre chiesto perché nessuno avesse pensato di usarlo come attore, e le nostre agende si sono sincronizzate perché lui aveva un altro progetto che è stato interrotto dalla pandemia. Parla francese abbastanza bene da poter improvvisare.

Ha un messaggio per il pubblico di Locarno?

Sì: andate a vedere i film in Piazza Grande, e pregate che non piova!

Intervista a cura di Max Borg

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