News  ·  13 | 08 | 2021

Intervista al regista

Alessandro Rak – Yaya e Lennie | Piazza Grande

© Locarno Film Festival / Ti-Press / Marco Abram

Yaya e Lennie The Walking Liberty racconta un futuro non troppo lontano in cui una catastrofe ecologica ha trasformato Napoli in una foresta impenetrabile. Yaya è una ragazza che vive nella natura, insieme al gigante Lennie, buono e un po’ ingenuo. Incombe la presenza di un nuovo mondo in costruzione secondo dettami rigidi, dal nome Istituzione.

Volevamo sottolineare il tema del selvaggio, rimettendo in discussione il tema delle regole sociali, che vengono assunte talvolta senza ragionare. Una cosa impensabile, visto che la regola sociale è il ragionamento che facciamo, condiviso, su cui si basa la convivenza. Il tempo del pensiero è cruciale, e ci potrebbe essere sottratto da un momento all’altro. Viviamo all’interno di una natura bellissima e feroce.

Il film mette al centro tematiche importanti, ma senza pedanteria, mettendo in evidenza anche l’emozione, la passione. “Non è nostra l’ultima parola”, è una frase pronunciata all’inizio che colpisce.

Il tema del libero arbitrio è centrale. Pensare che ogni cosa che accade sia la conseguenza di un nostro atto è molto egocentrico e presuntuoso, oltre che sbagliato. Volevamo affrontare il libero arbitrio e la relazione dell’uomo con quello che è più grande di lui, come l’universo. Il tutto mantenendo una narrazione semplice. Il tema è quindi sviluppato e completamente nascosto, con l’idea che la messa in scena dovesse rivendicare una sua linearità emotiva. Poi ci sono degli spezzoni presi dal celebre discorso di Chaplin ne Il grande dittatore, un invito collettivo a ragionare tutti insieme su quello che ci riguarda più da vicino.

Yaya e André sono due ragazzi che sostengono ideali di vita diversi. Lei vive nella natura, lui invece è cresciuto irregimentato nei valori di questo governo post apocalittico, l’Istituzione.

I Selvaggi e l’Istituzione rappresentano le contraddizioni insite nell’uomo. La cosa che più ci interessava, visto che affrontavamo la questione sociale. I due ragazzi rappresentano una persona cresciuta in maniera più selvaggia e l’altra più istruita. Riescono a incontrarsi su un piano più semplice, affettivo e sentimentale. Era importante per noi raccontare come all’interno della relazione viene data importanza alla regola, ma anche al sentimento, che è capace di far saltare in aria le relazioni.

Intervista a cura di Mauro Donzelli

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