News  ·  14 | 08 | 2021

La rivoluzione di Landis

Pardo d'onore Manor a John Landis

© Locarno Film Festival / Ti-Press / Massimo Pedrazzini

Non è soltanto una risata “che vi seppellirà”, ma è anche una risata che continua a spalancare le porte al pantheon più irriverente del nostro immaginario. John Landis è questo e molto altro. Basta un morso nel tempo per capirne la profondità. Dal 1978 al 1983, sei soli anni ma per Landis un intervallo già sufficiente a dirottare per sempre la storia del cinema americano e della musica. Dal caposaldo Animal House, su su fino al videoclip ululante di Michael Jackson, Thriller. Il tutto, sparando la pallottola oversize di un John Belushi nel cuore della società americana e al tempo stesso nelle orbite delle nostre fantasie, rimescolando carte, generi e aspettative. È il comico che diventa sferzata politica, o ancora il demenziale che abbraccia l’horror (An American Warewolf in London, 1981). Senza dimenticare l’intuizione avuta per la prima volta con John Belushi: ancora uno scippo dal palco del Saturday Night Live, per creare nuove icone cinematografiche con Dan Aykroyd (il duetto irripetibile di The Blues Brothers del 1980) o con Eddie Murphy (Trading Places, 1983). Tutti incroci straordinariamente lì, in quel punto di incontro tra cinema colto e cinema popolare, dove a far esplodere tutto può essere una miccia musicale. Soprattutto se quella miccia è fatta da gente come Ray Charles, Aretha Franklin e James Brown.

Lorenzo Buccella

Film

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