L’orrore è una faccenda al femminile. Particolarmente nel Regno Unito dove negli ultimi tempi si è sviluppata una vera e propria new wave di autrici che si sono confrontate con un genere considerato quasi sempre dominio esclusivo dei maschi. Basti pensare a Prevenge di Alice Lowe, Saint Maud di Rose Glass, The Power di Corinna Faith, Censor di Prano Bailey-Bond e A Banquet di Ruth Paxton per rendersene conto. A questo agguerrito e creativo plotone di cineaste che attraverso le pieghe del genere raccontano storie profondamente femminili e personali si aggiunge la Charlotte Colbert di She Will, uno dei titoli maggiormente attesi di questo entusiasmante rinascimento gotico. Il film è interpretato da Alice Krige, attrice che nell’universo di Star Trek è ricordata con grande affetto per avere indossato i panni della regina dei Borg. Rivelata dal classico Momenti di gloria, ha lavorato instancabilmente a cavallo fra cinema e televisione, apparendo anche in Thor: The Dark World di Alan Taylor. In She Will è Veronica Ghent, un’attrice sul viale del tramonto che dopo avere subito una mastectomia decide di rifugiarsi in un sanatorio situato nella parte più rurale della Scozia. Il contatto con la natura fa affiorare traumi del passato e altri fantasmi, legati soprattutto al suo film più celebrato e al regista che la diresse all’epoca (Malcolm McDowell). Girato con grande sicurezza dalla franco-britannica Colbert (di cui sentiremo parlare ancora a lungo), vanta nel cast anche Kota Eberhardt (X-Men: Dark Phoenix), Rupert Everett (The Happy Prince), Jon McCrea (Cruella) e Amy Manson (The Nevers). Le musiche, magnifiche e inquietanti, sono firmate da Clint Mansell (Black Swan, Requiem for a Dream), il montaggio curato da Yorgos Mavropsaridis (The Favourite) e la fotografia di Jamie Ramsay (Mothering Sunday) completano il profilo di She Will, film che si può considerare sin da ora un vero cult movie.
Giona A. Nazzaro
