Due anni dopo, come rivedi il tuo film?
«Ho ancora gli stessi sentimenti verso Spotted Yellow. Nella mia testa ho ancora quella stessa immagine sognante che vidi e che trasformai in film. Ma penso che ci sia di più nella storia della vita di Roya, e un giorno potrei raccontarlo con un film su di lei.»
Questi ultimi due anni hanno cambiato il mondo. Come è cambiato il tuo modo di fare cinema?
«Da un lato la pandemia ci ha dato l'opportunità di passare del tempo da soli e pensare, dall'altro ha causato problemi irreversibili. Ad esempio il budget per comprare cortometraggi e produrne di nuovi è diminuito significativamente e questo ha reso difficile il lavoro dei registi. Ma fa tutto parte delle nostre esperienze di vita. Spero solo che passi presto e che arrivi un'epoca migliore.»
Cos'è il cinema per te?
«È come chiedere "cos'è il mondo per te?". Penso che il cinema abbia un terreno vasto e illimitato e, come la vita stessa, può in qualsiasi momento prendere le sembianze di nuovi concetti e nuove forme. Io sento la profondità del cinema ogni volta che ne vivo un momento; come quando guardi un film e, all’improvviso, ti sembra di vivere i sentimenti di un attore, o una luce, o un suono. I film aggiungono qualcosa alla tua esperienza, alla tua vita, che non c'era prima. Quest'anno l'ho provato guardando Memoria di Apichatpong Weerasethakul.»
Che tipo di storie vuoi raccontare oggi?
«Anche il nuovo film che sto scrivendo parlerà della vita umana nel mondo moderno e della sua connessione con la natura. Riguarda il bisogno di liberarsi da strutture predefinite.»
A chi dedichi questo premio?
«Quest'anno è stato un grande anno per le donne registe nei festival di tutto il mondo. Credo che ci sia una nuova era del cinema in arrivo, quella delle donne registe. Perché ora abbiamo più opportunità di vivere diverse esperienze.»
Qual è il sogno di Baran?
«Il mio sogno è di vivere in un mondo di pace e di pari opportunità. Mi piacerebbe sperimentare il cinema senza restrizioni e senza preoccuparmi di questioni finanziarie e legali. Ci sono molte immagini e storie nella mia testa che mi piacerebbe trasformare in film.»