News  ·  05 | 08 | 2022

Piano Piano

Nicola Prosatore | Piazza Grande

L’attività di un quartiere periferico di Napoli è brulicante. Una comunità in fermento accompagnata dalla colonna sonora delle trasmissioni radiofoniche che raccontano il campionato di calcio italiano e, soprattutto, le gesta del profeta che promette di assurgere al ruolo di divinità portando il tanto atteso scudetto alla squadra locale di calcio. È il 1987, e Diego Armando Maradona porta riscatto nelle vite ai margini di un microcosmo in agitazione per l’arrivo di una sopraelevata che lo collegherà al centro.“Segui i soldi”, dice il manuale della saggia lettura dei rivoli infiniti della corruzione fra politica e criminalità. In questo contesto, Nicola Prosatore intercetta i destini di alcuni personaggi in scena in questo palco teatrale in cui ognuno conosce tutto del proprio vicino. Cortile e vicoli di un mondo in cui Anna è una tredicenne che cerca nella musica di fuggire da una quotidianità che non la rappresenta più, con una madre che le scarica addosso tutti i suoi fallimenti, la vorrebbe in grado di concretizzare i suoi sogni delusi. 

Il «Piano Piano» del titolo suona come il tentativo di normalizzare un animale in gabbia, oltre che la rievocazione di quella musica che rappresenta per la ragazza la via di fuga verso l’età adulta. Il mondo dai rigorosi confini in cui si muove le sta sempre più stretto, la voglia di oltrepassare le Colonne d’Ercole è troppo forte, così come i primi sommovimenti amorosi con un ragazzo della sua età. Una rivoluzione scuote l’ordine costituito del quartiere, anche quello della piccola criminalità, favorendo un riallineamento delle priorità, mentre gli interpreti della commedia umana fanno un passo avanti verso un futuro incerto ma elettrizzante. Maradona invece un sogno lo trasforma in realtà, come una punizione proprio all’incrocio dei pali. Il Napoli vince il primo scudetto. 

Mauro Donzelli 

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