News  ·  05 | 08 | 2022

Intervista a Daisy Edgar-Jones

Leopard Club Award

Ai microfoni della Locarno LiveTV, la talentuosa Daisy Edgar-Jones, Leopard Club Award di Locarno75, racconta la gioia dei festival vissuti in presenza, le proprie scelte di attrice, e l'esperienza sul set di Where the Crawdads Sing, il film di Olivia Newman presentato in Piazza Grande.

Che cosa l’ha affascinata del romanzo di Delia Owens La ragazza della palude, da cui è tratto Where the Crawdads Sing

Ho particolarmente amato il personaggio di Kya e come impara a navigare e comprendere il mondo osservando la natura. Il romanzo è ottimo per come esplora le regole che seguiamo in società e quelle della natura, e quali siano le più eque. Ho trovato molto interessante quel tema, e mi piace che ci fosse anche l’aspetto thriller, con in più una storia d’amore molto intensa e una di sopravvivenza. C’è tanto materiale che ho trovato affascinante in quel libro.  

È stata dura interpretare Kya, una ragazza che diventa adulta dopo essere stata abbandonata dalla famiglia in mezzo alla natura selvaggia? 

A volte sì, perché lei soffre parecchio, è molto sola e isolata. Interpretare dei personaggi significa affezionarsi a loro per certi versi, e a volte ti fanno pena. Ma per Kya provavo soprattutto ammirazione perché, nonostante le perdite e gli ostacoli, riesce comunque ad andare avanti e sopravvivere, raggiungendo il successo in un ambiente davvero ostile. 

Com’è stato girare nei territori paludosi del North Carolina? 

Una bella sfida in alcuni casi. Molto umido, il tempo era folle, con insetti e alligatori ovunque. Ma allo stesso tempo aiutava perché potevo immedesimarmi senza ricorrere alla mia immaginazione. Eravamo veramente lì, non c’era il green screen, si sentivano i suoni della palude e il caldo. È stato molto utile girare in loco per capire la mentalità di Kya.  

Ci sono somiglianze tra Kya e Marianne, il suo personaggio nella miniserie Normal People? 

Direi di sì. Entrambe sono alle prese con la loro comprensione e concezione di sé stesse. Entrambe molto resistenti, ma affrontano le cose in modo diverso. E come attrice mi interessa cercare di interpretare ruoli molto diversi fra di loro.  

Come ha lavorato con la regista, Olivia Newman? 

È stato bellissimo lavorare con lei. Aveva una conoscenza approfondita di quel mondo e di come voleva portare Kya sullo schermo. Tra i miei giorni preferiti sul set c’erano quelli in cui lavorava con la bravissima Jojo Regina, che interpreta Kya bambina. Penso che si capisca quanto sono speciali i cineasti e le cineaste da come dirigono i bambini, perché lei ha ottenuto una performance bellissima da Jojo.  

In che modo il successo di Normal People ha cambiato la sua carriera? 

Moltissimi modi. Non credo che avrei avuto il provino per Where the Crawdads Sing se non avessero visto il mio lavoro in Normal People. Devo tutto alla miniserie. Ho imparato tantissimo, e ne sono infinitamente fiera. Mi sento molto fortunata ad aver più o meno iniziato con quel progetto perché è il tipo di storia a cui mi sono sempre interessata. Mi piacciono molto le storie di relazioni e di come gli umani possano veramente cambiarsi a vicenda se lo vogliono.  

Essere attrice è sempre stato il suo obiettivo? 

Direi di sì. Ho sempre voluto fare l’attrice. Lo adoro. Amo andare a teatro, al cinema, recitare, quindi direi di sì. Da bambina mi è capitato di sognare di fare la lattaia, ma a parte quello ho sempre voluto recitare.  

Mauro Donzelli 


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