News  ·  06 | 08 | 2022

Objectos de Luz

Acácio de Almeida, Marie Carré | Fuori concorso

Esiste qualcosa di più importante per il cinema della luce? Si potrebbe dire che è fondamentalmente l'essenza stessa della settima arte, con la capacità di generare la forma e trarre senso da essa, creando così anche il contenuto. Questo è essenzialmente ciò che raccontano Acácio de Almeida e Marie Carré nel loro film Objectos de Luz (Love Lights), selezionato nel Fuori Concorso di Locarno 2022. Il protagonista di questo viaggio poetico nello spazio, nel tempo e nella storia del cinema portoghese è il cosiddetto “uomo di luce”, che viaggia attraverso la sua memoria - e allo stesso tempo la memoria collettiva che è stata forgiata dai film - per comporre una storia personale della luce, della sorprendente tecnologia che mescola immagini e movimento. Lo spettatore può quasi sentire il ferro freddo delle vecchie macchine fotografiche, l'odore pungente della pellicola, assaporare il vibrante contrasto del bianco e nero o dei colori antichi. Attraverso le parole di questo vecchio saggio che guarda al mondo del cinema con amore e un pizzico di malinconia, i due registi sono in grado di consegnare una sorta di poema fittizio fatto non solo di immagini, ma costruito in modo formidabile su echi di ciò che i film erano e soprattutto ciò che significavano: meraviglia. Objectos de Luz raggiunge l'obiettivo commovente di ricordarci che l'occhio umano può catturare la luce e trasformarla in emozione: soprattutto nella seconda parte, quando il film si sviluppa in una forma narrativa più tradizionale, che porta il pubblico all'interno di un universo bucolico dove sentimenti come l'amore e la tenerezza sono protagonisti. Acácio de Almeida e Marie Carré utilizzano questo mix di documentario, vecchi film e le proprie riprese con eleganza e una sorta di spirito pionieristico: il risultato è un omaggio audace, fantasioso e appassionato alla luce e alla sua "magia". La bellezza interiore di Objectos de Luz sta anche nei piccoli dettagli, nei colori e nelle ombre, nella musica armonica e nei personaggi che attraversano questo film con i loro sorrisi e la loro innocenza. 

C'è molto grande cinema in Objectos de Luz: non solo quello creato da de Almeida e Carré, ma anche la lezione di un maestro portoghese come Manoel de Oliveira, e alcuni lontani echi delle opere più sottili di Jan Švankmajer. Qualcosa che i registi usano con impressionante coerenza e rispetto, creando un piccolo grande scintillio di luce... 

Adriano Ercolani 

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