News  ·  07 | 08 | 2022

Delta

Michele Vannucci | Piazza Grande

©Paolo Ciriello

Ci sono territori che definiscono chi li abita, ambienti così forti da connotare le vite di intere generazioni, anche quando i passaggi storici sembrano essere più forti della stessa natura, ma viene da chiedersi se sia solo un’apparenza. Il delta del Po, luogo mitico nel cinema e nella cultura italiana (dai documentari di Ermanno Olmi agli scritti di Gianni Celati), porta le tracce della trasformazione della società italiana: un passato, ormai lontano, fatto di agricoltura e pesca, ha lasciato spazio alla piccola imprenditoria e ai grandi colossi energetici. Con questo passaggio brusco, e spesso irrisolto, si trova a fare i conti Osso Florian, un uomo mite che ha cresciuto la sorellina dopo la morte del padre e crede che le piccole buone azioni (la sua associazione per il monitoraggio del delta) possano cambiare il mondo. Ancora innamorato della bella e scontrosa Anna, che lo ha lasciato due anni prima, l’uomo si trova a fronteggiare la rabbia crescente della comunità in cui è cresciuto, pronta a riconoscere nel nemico un gruppo di pescatori di frodo venuti da oltre frontiera.

Il regista Michele Vannucci (che si era già segnalato per la sua opera prima, Il più grande sogno, 2016, con l’intenso Mirko Frezza) torna con una storia di frontiera, prodotta da Kino Produzioni e Groenlandia, che progressivamente si spoglia dei connotati d’attualità per rivelare la sua anima epica, da western contemporaneo in cui non esistono buoni e cattivi, ma soltanto uomini feriti spinti ai margini da un contesto sociale ottuso e castrante. Il duello è sostenuto da due dei migliori attori italiani: da una parte un Luigi Lo Cascio, costretto ad abbandonare la posa dell’uomo retto per confrontarsi con i meandri del proprio cuore, dall’altra Alessandro Borghi, ragazzo “fuori”, da sempre negletto dalla comunità che ha trovato una nuova famiglia proprio vicino a quegli stranieri che tutti vedono soltanto come bracconieri. Lo scontro, con al centro Anna (Emilia Scarpati Fanetti), rivelerà il diverso rapporto che i due uomini hanno verso il fiume, capace di diventare una mappa topografica precisa per uno, quanto per l’altro si trasforma in una tana in cui è difficile essere espugnati. Protagonista assoluto resta il maestoso delta del Po, esaltato dalle scelte registiche di Vannucci. Regista in grado di ricostruirne la storia e immaginare quali ostacoli separino la popolazione da una nuova consapevolezza.

Daniela Persico

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