News  ·  12 | 08 | 2022

Love Will Come Later

Julia Furer | Panorama Suisse

©Vinca Film, Freihändler Filmproduktion

L’altra prospettiva, quella che non hai mai considerato, quella che non ti è data nel discorso comune o nelle rappresentazioni mediatiche. Si tratta del punto di vista di chi è sempre stato in una posizione subalterna, quantomeno geograficamente, e non ha mai avuto voce in capitolo sui discorsi che lo riguardano indirettamente: l’uomo di fede musulmana, rappresentato molto spesso, senza distinzioni, come un individuo maschilista e misogino, talora incline alla violenza. Questo è ciò che riesce a offrirti il documentario Love Will Come Later nella sezione Panorama Suisse del Locarno Film Festival. L’opera diretta da Julia Furer, un esordio sorprendente, riesce a dare voce alle inquietudini, alle emozioni, alle frustrazioni di Samir, giovane marocchino che a Marrakech è incastrato tra una società, tradizionale e patriarcale, che non offre alcuna prospettiva, e la società occidentale che indirettamente lo rifiuta, lo respinge. La società occidentale in questo caso è rappresentata da giovani turiste che in estate hanno flirt fugaci con lui che terminano sempre nello stesso momento in cui queste donne tornano in patria. Quello che per noi occidentali è giustamente un segno dei tempi che cambiano, ovvero della condizione di libertà delle donne, per Samir si trasforma in un incubo e in un senso permanente di rifiuto. A un certo punto però Samir s’innamora davvero ed è ricambiato; per questo sente l’urgenza di fuggire dalle sue prigioni e si trova di fronte a un dilemma: ascoltare le sorelle, donne musulmane osservanti che indossano il velo integrale, e accettare un matrimonio combinato in patria, oppure seguire il suo amore e il suo sogno di un futuro migliore in Europa? Love Will Come Later ci offre uno spaccato straordinario di Marrakech e in particolare di Medina, quartiere che ci offre delle immagini straordinarie.   

Mattia Lento    

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