News  ·  13 | 08 | 2022

A Last Dance e Annie Colère il Prix du Public UBS e il Variety Piazza Grande Award

Il film di Delphine Lehericey ha conquistato il premio assegnato dal pubblico di Piazza Grande, mentre il dramma storico di Blandine Lenoir si è aggiudicato quello della prestigiosa rivista americana

Non c’è Palmarès di Locarno senza i premi ai film presentati in Piazza Grande. Dopo il Pardo d’oro e gli altri riconoscimenti assegnati dalle giurie, anche le spettatrici e gli spettatori della mitica arena all’aperto del Festival hanno avuto modo di esprimersi con i loro voti, decretando il Prix du Public UBS 2022, reso possibile grazie al Main partner UBS. La critica, dall’altro lato, ha espresso la sua preferenza tramite il Variety Piazza Grande Award, il premio assegnato da una giuria di giornalisti della popolare rivista statunitense.

Il Prix du Public UBS a "Last Dance"

Voglia di leggerezza, ma anche di riflessioni profonde sul senso dell’esistenza: sembra essere questo lo spirito che ha spinto il pubblico del Locarno Film Festival a premiare Last Dance di Delphine Lehericey, toccante riflessione sul dolore e sul ruolo che l’arte può assumere a qualunque età della vita. Con un passato nello spettacolo dal vivo, Lehricey è riuscita a portare in Piazza Grande tutto l’incanto liberatorio della danza contemporanea, la disciplina che il protagonista del suo film scopre proprio nel momento più difficile. Con questo inno alla vita e alle sue possibilità impreviste, la regista si è così aggiudicata il riconoscimento della giuria più numerosa al mondo che, nel corso degli anni, ha premiato opere che sono entrate nella storia del cinema.

Il Variety Piazza Grande Award a "Annie Colère"

Ancora una regista donna, e un film che fa del femminile e della sua esplorazione il proprio fulcro: è stata questa la scelta della redazione di Variety, che ha attribuito il suo premio a Annie Colère, uno dei titoli più politici presentati in Piazza Grande. La sera dell’11 agosto, Blandine Lenoir ha trasportato il pubblico direttamente negli anni Settanta, all’interno della lotta – rabbiosa, ma anche piena di tenerezza – delle donne per il diritto all’aborto. Una straordinaria lezione di sguardo, illuminata dall’interpretazione di Laure Calamy, che diviene ancora più preziosa se messa a confronto con l’attualità, e con un dibattito che rimane drammaticamente aperto.

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