- Come lavorate in coppia? Per voi si tratta più di dividere i compiti o di condividere il processo?
Ciaren: Vorrei dare il merito a Sarah, che è la guida creativa e una vera ispirazione. Così come alcuni attori hanno bisogno di più riprese prima di creare la scena che più li soddisfa, anche noi abbiamo bisogno di lavorare su alcune versioni di un pezzo finché non siamo entrambi veramente soddisfatti. È un processo che ci piace affrontare insieme: per noi l'arte è una passione che abbiamo la fortuna di condividere.
Sarah: Ciaren ha un talento incredibile ed è un visionario in grado di dare vita a grandi idee. È fantastico avere qualcuno con cui far rimbalzare le idee, ma anche qualcuno che ti incoraggia e ti ispira. Siamo entrambi molto onesti nei nostri commenti se qualcosa non ci piace, e siamo sempre aperti a cambiare rotta e a provare idee diverse finché non raggiungiamo il risultato giusto: in questo senso, siamo entrambi perfezionisti e continuiamo ad andare avanti finché non otteniamo il risultato migliore.
- Come mai avete deciso di inserire il blu, un elemento nuovo rispetto ai colori tradizionali del Festival?
Sarah: Onestamente eravamo molto emozionati all'idea di inserirlo! Come dici, non era mai apparso nel branding tradizionale del Festival di questi anni. Come artisti, il nostro compito è quello di portare il pubblico in un viaggio che non ha mai fatto prima, per sorprenderlo e deliziarlo, si spera. Volevamo che l'acqua fosse un elemento essenziale sullo sfondo, così abbiamo iniziato a lavorare con tonalità di blu che si integrassero con il giallo. La tonalità di blu che abbiamo scelto è una delle mie preferite e comunica serenità. Inoltre, ha creato il contrasto e l'inquadratura ideale per i nostri personaggi centrali, per sottolineare ulteriormente la loro presenza. Ha funzionato molto bene.
Ciaren: Sì, a volte nella vita bisogna uscire dalla propria comfort zone ed esplorare uno spazio diverso: sapevamo che inserire il blu era un rischio, ma confidavamo anche che i giudici sarebbero stati coraggiosi come noi e aperti a nuove idee. Fortunatamente, lo sono stati davvero.
- Nel vostro manifesto, molto innovativo, si percepisce anche una tradizione pittorica proveniente dal passato. Quali sono state le vostre fonti di ispirazione dirette?
Ciaren: Quando viaggiavo per la Costa Rica, molti anni fa, vedevo spesso enormi e accattivanti murales sui lati degli edifici, con immagini splendidamente disegnate che presentavano lievi imperfezioni ai bordi, ma che allo stesso tempo avevano un aspetto incredibilmente fresco e pulito. I colori erano sempre estremamente suggestivi e vivaci. Era un'arte cruda e mozzafiato. Con questo lavoro volevo ricreare quel concetto.
Sarah: Sì, volevamo trovare un equilibrio tra l'essere innovativi e lungimiranti, ma allo stesso tempo incorporare uno stile tradizionale con elementi astratti. Come ha detto Ciaren, l'arte grezza può essere stupefacente da guardare ed è uno stile che ci piace, anche se è così diverso dai precedenti manifesti che rappresentavano il Festival. Il concetto è stato sicuramente un rischio, ma questa è la parte divertente dell'essere creativi: ci dovrebbe essere la libertà di sperimentare, superare le barriere e introdurre modi diversi di fare le cose.
- Che significato ha per voi il cinema?
Ciaren: Alcuni anni fa lavoravo in un campo profughi in Sudan, e una volta al mese un uomo d'affari locale tornava dai suoi viaggi con una videocassetta di un film straniero. Ogni volta si trattava di un film di un Paese diverso che aveva visitato. Creava il suo cinema all'aperto proiettando il film su un grande lenzuolo sospeso tra due pali. Più di 10.000 rifugiati si riunivano per guardare il film e, anche se molti di loro non capivano la lingua, rimanevano seduti in silenzio, per lo più, ma di tanto in tanto li si sentiva scoppiare a ridere o a sussultare nello stesso momento. È stato incredibile osservare i loro volti mentre venivano trasportati in un altro mondo per qualche ora. È diventato il loro evento preferito del mese e li ha aiutati ad affrontare le sfide della vita reale di ogni giorno. Ha dato loro speranza. Il cinema è un dono a cui tutti dovrebbero avere accesso, ma molti non ce l'hanno. Noi siamo più fortunati.
- Scegliete un film che vi rappresenti…
Sarah: Un film che ho visto di recente mi è rimasto impresso perché mi ha scaldato il cuore ed è pieno di emozioni e di romanticismo. Si intitola Voglia di gentilezza ed è un’opera cinematografica meravigliosamente semplice, con storie straordinarie che si intrecciano per diventare una storia sola. Non voglio fare spoiler, ma è inutile dire che apprezzo la gentilezza sopra ogni cosa!
Ciaren: Il mio è il film francese Quasi amici - Intouchables, che trovo quasi perfetto. È una storia affascinante su un'amicizia improbabile ed è il tipo di film che ti fa sorridere in un momento e poi piangere in quello successivo. Inoltre, ha una colonna sonora mozzafiato del compositore italiano Ludovico Einaudi. Credo che sia importante saper sorridere di fronte alle avversità e trarre il meglio da ogni situazione.
- Qual è per voi il legame tra cinema e arte?
Sarah: Il cinema e le belle arti sono veicoli che possono portarci in un viaggio emotivo e far sentire vivo ognuno di noi. Come artista o regista, è un privilegio poter offrire questa esperienza agli altri.
Ciaren: Da bambini cresciamo amando le storie e la finzione. Credo che il cinema e l'arte abbiano il potere di riportarci a quello stato meraviglioso in cui crediamo ancora una volta che tutto sia possibile.
- Sarete a Locarno76? Quali sono le vostre aspettative per questa nuova edizione?
Saremo a Locarno 76 e siamo molto eccitati. Non abbiamo aspettative perché sarà la nostra prima volta, per questo ci sentiamo solo incredibilmente fortunati e grati. Vogliamo ringraziare il team del Locarno Film Festival, ci è piaciuto molto lavorare con voi.