Concorso Cineasti del presente
Love Me Tender
Seconda soffre di agorafobia e non esce di casa. Quando ci riesce, le si presentano nuove sfide che la spingono a forzare ancora di più i propri limiti.
Usare l’astrazione nel cinema di finzione non è semplice, eppure Klaudia Reynicke riesce pienamente in quest’impresa con un film che è al contempo un manifesto e un nuovo punto di partenza. Grazie alla straordinaria interpretazione corporea della sua attrice, la regista mette in scena il rifiuto di ogni forma di patriarcato, giocando con gli stereotipi maschili e smascherandone le fragilità. Sorprendente e coraggioso, come la liberazione della sua protagonista.
Daniela Persico