Nel secondo anno della pandemia Covid19, il segnale offerto dal Premio del cinema svizzero 2021 è al tempo stesso di resistenza e speranza. L’omaggio reso a Markus Imhoof nel 2020 e a Lilo Pulver quest'anno, lui regista, lei attrice, ha premiato due figure chiave il cui lavoro ha lasciato una traccia indelebile nei tanti che a loro si sono ispirati.
120 film per 12 categorie visti dai circa 450 membri dell’Accademia del Cinema Svizzero. I voti di quest’ultima servono da indicazioni per la commissione di nomina. Al di là di quello che sarà l’esito degli scrutini, il risultato più importante è senz’altro questo atto di presenza. Se a esso si associa la grande qualità dei lavori in corsa per i premi, non si può non concludere che la produzione cinematografica elvetica goda di grande vitalità, come dimostra anche il riconoscimento ottenuto a Berlino da Ramon Zürcher.
La pressione esercitata dalla pandemia sulle cinematografie nazionali è fortissima, le trasformazioni della filiera audiovisiva continue, il bisogno di un futuro verificabile e praticabile, condiviso. Per cui l’osservare come la qualità dei titoli in gara sia mediamente alta e la proposta ricca e diversificata (ognuno avrà i suoi favoriti come è normale che sia) si offre un momento di verifica cruciale nel quale magari iniziare a ipotizzare come ricostruire. I titoli in gara raccontano di un cinema svizzero consapevole della sua vocazione e desideroso di dialogare con il cinema europeo e mondiale. Un cinema cosciente di doversi attrezzare per affrontare compiutamente le esigenze di un mondo che è cambiato radicalmente sotto i nostri occhi.
Essere presenti, attori e protagonisti delle trasformazioni che ci attendono domani ma iniziate ieri, mentre si pensava che il mondo sarebbe rimasto uguale a sé stesso, ecco il compito storico che il cinema deve affrontare oggi. Il cinema svizzero ha un ruolo importante da giocare, tutto da inventare, e la data del 26 marzo potrebbe essere un primo momento nel quale salutare i primi segni di un futuro da vivere da protagonisti.
Giona A. Nazzaro