News  ·  09 | 08 | 2018

"Io cerco la spontaneità, l’inatteso"

Intervista ad Andrey M Paounov, regista di "Walking on Water" - Fuori concorso

Andrey M Paounov, cosa ha provato nel realizzare questo film?

Era il mio sogno fare un film su Christo. Io inseguo i miei sogni. Si avverano sempre.

 

Un documentario nasce sempre da un accordo tra il regista e il soggetto. Che tipo di accordo c’era tra voi due?

Solo che il film non doveva essere noioso.

 

Il film è un ritratto di Christo, ma anche delle persone intorno a lui. Tra queste, è molto significativa la collaborazione tra lui e Vladimir Yavachev. Che tipo di rapporto hanno?

È come un’esplosione! Si confrontano e si completano a vicenda tutto il tempo. È ottimo per costruire un film.

 

La struttura del film mostra tutte le componenti del progetto: artistica, economica, logistica. L’ha definita dall’inizio o è nata durante le riprese?

La struttura è soltanto uno strumento, come gli appendiabiti in un armadio. A me interessa il carattere, quei momenti preziosi e rubati di umanità che rendono speciale il cinema documentario. Una struttura precostituita è ciò che rende i film simili tra di loro. È una costruzione prevedibile. Io cerco la spontaneità, l’inatteso. Il film si costruisce in modo organico. Tutto quello che si cerca di imporre toglie la possibilità di essere onesti. Alla fine sono i vestiti a fare l’armadio, non gli appendiabiti.

 

Il lavoro di Christo è legato all’effimero. Il documentario serve anche a conservarne la memoria?

Assolutamente no! La memoria comporta la nostalgia, e la nostalgia è banale. Il progetto è un viaggio. L’opera d’arte in sé è solo la ciliegina sulla torta. Il film esiste per documentare il viaggio, è sostanzialmente tutto quello che non sappiamo al riguardo.

Sostieni ora il Locarno Film Festival con una donazione