News  ·  15 | 08 | 2019

C'è solo un D10s

Piazza Grande - Diego Maradona

«Diego può fare tutto, può arrivare sul tetto del mondo, Maradona è la maschera che si è costruito per resistere alle pressioni. Gliel’ho detto: posso lavorare sul primo, ma il secondo è un problema. E lui mi ha risposto: sì, ma senza Maradona, io non sarei mai uscito da Villa Fiorito». Il senso profondo del docubiopic Diego Maradona di Asif Kapadia risiede nelle parole del preparatore atletico personale storico del campione, Fernando Signorini. E in quelle della sorella, poco intervistata e ascoltata finora, Maria Rosa Maradona, centrale nella sua vita (va a vivere a Napoli per lui, gli presenta Cristiana Sinagra) che chiude il racconto dicendo che «da quando ha 15 anni ha il mondo sulle spalle». Il suo, la sua famiglia, ma anche l’intero pianeta che ama o odia Maradona con la stessa compulsiva passione. Kapadia dopo Senna e Amy (Winehouse) si ritrova tra le mani un personaggio meno leggibile, decifrabile e lo racconta con umile profondità, scavando in immagini mai viste finora (si parla di 500 ore di girato trovate in archivi privati e pubblici) e scegliendo di relegare le testimonianze, del D10S e dei suoi adepti e aedi, alla sola voce. Maradona è la bellezza, il genio, l’eccesso, Maradona è sempre stato sotto la luce dei riflettori, Maradona è i suoi occhi – innocenti, felici, velati di lacrime o di un’ebbrezza artificiale – prima ancora che i suoi piedi. E forse solo attraverso le immagini puoi, a volte, scorgere Diego. Quando balla con la giovane Claudia, prende per la prima volta in braccio sua figlia, regala il primo appartamento ai suoi, lì al Paternal. Diego è contraddizione, figlio di una famiglia felice ma di un’Argentina poverissima. Figlio devoto, ma padre distratto. Diego ha dato tanto, a tutti, ricevendo pochissimo: ha reso felici due popoli, ma quando è caduto neanche una mano lo ha tirato su di quelle che prima lo acclamavano. Diego ha regalato bellezza e felicità a tutti, togliendole forse solo a chi lo ha amato davvero. E soprattutto a se stesso.
Diego Maradona di Asif Kapadia è un pezzo del ritratto impossibile di un genio, di un dio, di un essere umano incredibile, nel senso letterale del termine. Come diceva il coro dei tifosi del Napoli, «Ho visto Maradona». Ma nessuno di noi lo ha ancora davvero capito.

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