Questa volta, purtroppo, non è una "piccola fuga". Yves Yersin, Maestro del cinema svizzero e grande amico del Locarno Festival se ne è andato giovedì scorso, nel silenzio della sua Baulmes.
Autore dell’indimenticabile Les petites fugues (1979), splendida storia semplice con il meraviglioso volto di Michel Robin, Yersin ha saputo raccontare il suo Paese, e in particolare i suoi compaesani, in una manciata di film all’apparenza fuori dal tempo, dal ritmo, eppure a loro modo clamorosi, perché normalmente veri. Uno sguardo fotografico, preciso e silenzioso, soprattutto sapiente, che l’ultima volta si pose sulla realtà di una piccola - ma enorme! - scuola di paese.
Yves Yersin è stato un amico del Festival fin dai suoi esordi, da Le Panier à viande (1966) a Die letzten Heimposamenter (’73), dallo stesso Les petites fugues a Inventaire lausannois (1982), fino alla scorsa estate, con il suo Quatre d'entre elles (1968), riproposto in Cinéma Suisse Rédecouvert. Ma lui, Yves, quell'ultima piccola realtà scoperta e raccontata con il suo Tableau noir la portò di persona a Locarno nell'agosto del 2013, insieme al maestro Gilbert. Una realtà ruvida raccontata con un documentario dolce, un film silenzioso che fece innamorare il pubblico.
In quei giorni, cinque anni fa, ci disse che il suo “non era un film sulla chiusura di una scuola, bensì un film sulla trasmissione del sapere”. Un sapere simile al suo, così vicino alle persone, al saperle riconoscere e raccontare. Un sapere che Yves Yersin non ha mai smesso di raccontare ai giovani. Fino a giovedì.