News  ·  13 | 05 | 2020

Francine Brücher

Nadia Dresti ricorda Francine Brücher, musa di Locarno Pro

"Era la Signora del cinema svizzero". Mercoledì 6 maggio se ne è andata Francine Brücher, dama, amabasciatrice e sorriso del cinema svizzero. Pioniera della promozione del cinema del Paese, per molto tempo anima di SWISS FILMS, negli anni '90 Francine fu gemma e musa di quel qualcosa che presto sarebbe diventato Locarno Industry, oggi Locarno Pro. Così a raccontarci di lei non poteva che essere Nadia Dresti - fondatrice di Locarno Pro e oggi International Advisor del Locarno film festival - che del lavoro di Francine, tra le VHS al Monte Verità, intuì il potenziale. «Con Francine il cinema svizzero perde la sua Signora - ammette Dresti - ma anche una grande professionista, nonché una persona estremamente solare e cortese. Non ci sono dubbi, Francine era la Signora del cinema svizzero, con la esse maiuscola».

Cosa ricordi di lei?
«Sicuramente il sorriso e la passione. Amava i film, il cinema e i suoi registi. Proteggeva i "nostri" cineasti fino all'estremo, ogni sua attenzione era rivolta a loro, ai loro film, al loro lavoro. Ne raccontava il film del momento, la storia, la filmografia, lo sguardo... Ovunque andasse aveva al fianco una regista o un regista svizzeri per cui si sperticava, presentandolo alle persone che secondo lei potessero apprezzarlo e valorizzarlo. Dalla sua aveva una conoscenza vastissima dell'intera industria mondiale e in particolare dei distributori indipendenti e dei programmatori dei vari Festival. Era la vera grande ambasciatrice del cinema svizzero nel mondo, e lo è stata per moltissimi anni».

Un punto di riferimento?
«Assolutamente, molto rispettata e apprezzata dai colleghi europei e internazionali. Era conosciutissima, da chiunque. Ricordo un cocktail a Santa Monica a cui eravamo presenti entrambe: conosceva tutti, e approfonditamente. Dove c'era un film svizzero, nel mondo, c'era anche lei. Lei li accompagnava, che fosse un Festival in Asia o gli Oscar. Sapeva benissimo chi avvicinare per fare il bene del cinema svizzero, mai in maniera invadente, sempre con estrema cortesia e preparazione. Era una grande professionista con una grande passione, che viveva con signorilità».

C'è lei all'origine di Locarno Pro?
«Sì, lei e ovviamente Marco Müller. Lui, visionario e vicinissimo al business, l'apprezzava molto e le chiese di imbastire qualcosa che portasse l'industria a Locarno. E io ho nitido il ricordo di lei che accoglieva una dozzina di noti distributori europei al Monte Verità, mostrando loro i film svizzeri in VHS. Ecco, quel momento altro non fu che l'embrione di Locarno Pro. Io, quando fui chiamata da Müller, ne colsi il potenziale e lo feci crescere, sviluppandolo per vent'anni. Ma l'inizo fu quello: Francine, il Monte Verità e quelle VHS».

 

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