News  ·  07 | 08 | 2020

Il Festival in mostra

In un’inedita Piazza Grande disabitata, senza sedie e senza schermo, il Locarno Film Festival e La Posta lasciano parlare emozioni lunghe 73 anni

Il Festival è Piazza Grande. Ogni estate Locarno è lì, naso all’insù, tra la marea di sedie giallonere e quel telone alto come i palazzi. In mezzo, monolite nero, la cabina di proiezione più iconica di sempre. Così, anche in un anno in cui la piazza, quella piazza, non ha potuto animarsi di cinema e gente, il Festival e La Posta hanno deciso di popolare quei ciottoli di Locarno Film Festival. E lo ha fatto di nuovo grazie alle immagini, ma questa volta fisse, non in movimento. Sono le immagini della mostra Il Festival è in Piazza. Rivivi una magia lunga 73 anni, che dal primo all’ultimo giorno di Locarno 2020 racconteranno ai passanti una storia lunga decenni. Proprio la storia della Piazza Grande, da quell’ormai lontano 1971 in cui per la prima volta nel cuore della città si alzò quella vela bianca, su cui animare le emozioni del cinema.

Images Speak

La parola alle immagini
Le immagini esposte in piazza sono di chi ogni anno, per undici giorni, solca la città avanti e indietro con la macchina fotografica al collo per congelare i momenti di quelle frenetiche giornate d’agosto e consegnarli alla storia. Scatti di pochi millesimi di secondo, ma lunghi una vita, la vita della Piazza, e del Festival. Insieme a La Posta il Locarno Film Festival ha selezionato ed esposto le fotografie più iconiche di questa lunga storia fatta di gente, luoghi e incontri.

Una mostra verde

A garantire l’illuminazione delle fotografie esposte, che proprio come la Piazza non dormono mai, sono degli innovativi supporti per manifesti alimentati a energia solare, allestiti grazie al sostegno dell’Ente Regionale per lo Sviluppo Locarnese Vallemaggia, segno del costante impegno del Locarno Film Festival per il futuro e la sostenibilità. L’iniziativa è possibile grazie alla collaborazione di Marco Abram, Loreta Daulte, Alberto Flammer, Massimo Pedrazzini e di Ti-Press, nelle persone di Samuel Golay, Gabriele Putzu, Carlo Reguzzi. 

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