News  ·  12 | 08 | 2020

Un lungo giorno di corti

Episodio 7

I cineasti sono abili nel sovvertire le percezioni, catturare l’attenzione del pubblico e presentare un punto di vista diverso. In questo programma vediamo come le voci possano mascherare, le immagini sono siano sempre affidabili e la posizione e l’autorità possano tradire.

Aninsri daeng

Il tailandese Ratchapoom Boonbunchachoke torna a Locarno, dopo aver partecipato all’Open Doors Lab nel 2019, con il thriller politico Aninsri daeng  (Red Aninsri; Or, Tiptoeing on the Still Trembling Berlin Wall). In quanto accademico e critico cinematografico, il regista apporta uno stile unico, influenzato dal cinema classico tailandese, e lo mescola con temi identitari, sessuali e politici. Usa la tecnica tradizionale del doppiaggio come espediente narrativo, per parlare delle sfide legate all’espressione sessuale e alla repressione emotiva. Questa narrazione creativa è eseguita in maniera impeccabile, con punte di humour e stile nostalgico.

Push This Button If You Begin To Panic

Nel film d’animazione Push This Button If You Begin To Panic di Gabriel Böhmer seguiamo Bartholomew Whisper durante una visita medica, nel corso della quale incontra vari membri surreali del personale amministrativo e medico, interessati a procedure sperimentali mentre lui si chiede, con fare poetico, se le macchine soffrono a causa dell’esposizione prolungata alle malattie. Magnificamente realizzato con carta ruvida, questo racconto complesso e malinconico indaga uno stato d’animo ansioso.

Szünet

I film, e soprattutto i cortometraggi, tendono a presentare il lato negativo degli adolescenti e dei giovani, con il sistema educativo rimesso in discussione e i comportamenti che ci mettono a dura prova. Szünet (Break) di Levente Kölcsey sfida quella percezione mostrandoci il processo amministrativo con cui due genitori rimuovono il figlio adolescente dalla scuola perché possa trovare un lavoro e mantenere la famiglia. Lo studente non è al centro della storia, e la sua mancanza di controllo è sottolineata tramite la sua voce assente. Il suo insegnante e unico sostenitore ci fa capire che il suo entusiasmo per lo studio sia più profondo di quanto suggeriscano i voti, e il suo tentativo di migliorarsi è ignorato dalla famiglia, dalla procedura amministrativa e dal preside della scuola. L’unica rivalsa è una pietra scagliata attraverso una finestra, mentre la vita che ci si aspetta da lui comincia ad avverarsi.

An Act of Affection

Con il suo secondo film An Act of Affection, girato durante la sua laurea Doc Nomads in Portogallo, il cineasta vietnamita Viet Vu filma momenti teneri tra due individui, in questo documentario privo di sceneggiatura che parla di un uomo gay single residente in Portogallo. Mentre il soggetto rivela i suoi desideri, i suoi sogni e le sue speranze, il regista gira la macchina da presa verso se stesso per trascendere i limiti e catturare un momento delicato di autentico affetto.

Um tordo batendo as asas contra vento

Le tensioni aumentano per Luis, un giovane agricoltore sotto pressione da parte del datore di lavoro per portare a termine l’incarico e della compagna per essere con lei quando darà alla luce il loro figlio in Portogallo. La storia di Um tordo batendo as asas contra vento (A Thrush Flapping Its Wings Against the Wind) è composta da un montaggio di immagini oscurate, e il regista Alexandre Haldemann usa questo stile sperimentale per mantenere le distanze mentre sposta l’occhio della macchina da presa sul cibo, sulle mani e sulla natura, evitando emozioni ed espressioni umane fino all’ultima rivelazione. Questa narrazione unica genera tensione tramite l’uso combinato di suoni e immagini.

Bugs

L’ultimo film in questo programma è Bugs di David Shongo, compositore e artista proveniente da Lubumbashi nella Repubblica Democratica del Congo. Questo film sperimentale ha fatto parte della sesta Biennale di Lubumbashi, in collaborazione con il Museo Rietberg di Zurigo. Shongo si impossessa degli archivi fotografici di Hans Himmelheber (1938-39) e integra musica, film e fotografie dell’era coloniale per concentrarsi sugli aspetti psicologici del passato coloniale, del cambiamento climatico e delle iniquità economiche e sociali nella Repubblica Democratica del Congo.