A distanza di anni, il loro E agora? Lembra-me (2013) rimane uno dei ricordi di vita e di cinema più indelebili nella mente e nel cuore del pubblico di Locarno. Dopo una lavorazione durata 7 anni, Joachim Pinto e Nuno Leonel tornano al Festival con un’opera-mondo abbagliante: Pathos Ethos Logos. Non un film, ma un trittico che eccede le definizioni e i confini della settima arte. Un universo-cinema senza forma e dalle mille forme, attraversato da un disegno sottile che mira al senso di tutto, lungo oltre 10 ore di visione estatica. Tre donne e tre decenni – 2017, 2028, 2037 – figure liberamente ispirate a Maria Maddalena, Vibia Perpetua, Vittoria Colonna e Simone Weil. Un caleidoscopio di personaggi e situazioni che gradualmente entrano in connessione, corpi irrequieti e voci che fanno domande, interrogando sé stesse e la realtà, nel tentativo di esistere pienamente. La testimonianza di un cinema sconfinato, come una lampada accesa nel buio dell’uomo e della Storia. Cinema come ricerca di Dio. L’immagine è fede, la parola è poesia, il tempo è un’attesa lirica della manifestazione divina nel mondo. Un’opera gravida di misteri gloriosi, epifanie e miracoli. L’amore e l’incapacità di amare, l’attenzione per gli altri e il rinnovo delle coscienze. L’indifferenza e l’attaccamento, l’abbandono e l’ospitalità, la morte e la celebrazione inesausta dell’essere vivi.
Eddie Bertozzi