Anna Eriksson è apparsa quasi dal nulla – si fa per dire: lei è la star numero uno della musica finlandese con oltre mezzo milione di dischi venduti alle spalle – a Venezia, alla Settimana Internazionale della critica di Venezia con M. Il film, che non assomiglia a nulla di quanto si vede nel cinema odierno, prese pubblico e critica in contropiede. Il suo immaginario post-femminista e prossimo alla performance art, ma anche al cinema di genere più esoterico (si pensi ai film più spiritati di Jean Rollin), è diventato uno di quei segreti da cinefili buongustai passato di mano in mano con fare cospirazionista. Con W Anna Eriksson rilancia ulteriormente la sua visione. In un sotterraneo nel cuore di un luogo innevato, che forse una volta è stata l’Europa, giace una donna incatenata su un letto di costrizione. Chi è? Qual è il suo nome? Chi sono i suoi aguzzini? A cosa serve lo stuolo di infermiere che percorrono i corridoi vuoti dedite a rituali sempre identici? W crea un incubo espressionista che rielabora anche l’immaginario nipponico di certi pinku eiga. Ossessivo e spietato, elegantissimo e brutale W evidenzia il talento di Anna Eriksson che osa inoltrare il suo sguardo nelle regioni più inospitali del cinema contemporaneo (lì dove probabilmente nessun equivalente maschile oserebbe recarsi). Popolato di corpi spettrali, sfidando i limiti della rappresentazione e dei corpi, crea un mondo totalizzante dove Lars Von Trier e i Rammstein, il David Lynch più astratto e i Nine Inch Nails si offrono come soli punti di riferimento. Ma queste sono solo indicazioni, per offrire qualche coordinata minima. La realtà è che Anna Eriksson è un nome da segnarsi a fuoco. Una delle creatrici più originali e coraggiose. Senza compromessi. Con una poetica autentica e completamente priva di compromessi formali o estetici. W è l’opera di una creatrice totale che ha diretto, scritto, montato, mixato e colorato il suo film da cima a fondo, senza però mai dimenticarsi di lasciare respirare e palpitare la sua opera. W è una delle possibilità del cinema di domani. Feroce e generosa al tempo stesso. Cinema che non fa sconti né offre compromessi. Nel mondo di W si entra con la consapevolezza che dopo nulla sarà più come prima.
Giona A. Nazzaro