Luanda, capitale dell’Angola. Un ambiente complesso che abbraccia epoche differenti e innumerevoli modi di vivere dentro uno spazio che è al contempo post-coloniale e neocoloniale. Qui, vari personaggi navigano il da farsi della città. Una madre in lutto che “perde un sogno per notte”. Un barbiere tormentato che dà vita a una nuova setta. Un bambino di strada che vaga in cerca di vendetta per il suo amico perduto. Irradiando il suo incredibile ascendente su tutti loro, una peculiare figurina di plastica della Madonna, portata nel quartiere da un mercante cinese. È la voce del mercante, straniante e accattivante, a fungere da narrazione per tutto il film, con frasi poetiche in mandarino che descrivono ciò che vediamo, ma puntano sempre a suggerire qualcosa al di là del visibile. Potere, famiglia, vendetta. Risentimento, avidità, tormento. Abuso, violenza, morte. Fantasmi, politica, fede. Molte linee e molti temi si intrecciano in un film che è un fulgido esempio di cinema africano – e precisamente angolano – che riesce ad essere eminentemente contemporaneo senza ricorrere a nessun cliché miserabilista. È un film saldamente ancorato al presente e allo stesso tempo puramente astratto. Brilla con la sua aura singolare, allo stesso tempo fattuale e sospesa, che si aggiunge a un film che è insieme un mistero costante e una descrizione puntuale di una città e dei suoi abitanti. Affronta, tra l'altro, la pressante questione del nuovo colonialismo cinese in Africa esplorando l'influenza spirituale che esercita sulla popolazione: è infatti attorno a quell'oggetto sacro di plastica made in China che le azioni dei personaggi si dipanano gradualmente. Nossa Senhora da Loja do Chinês (Our Lady of the Chinese Shop) è il primo lungometraggio del cineasta angolano Ery Claver, ed è anche il nuovo prodotto di una delle più vivaci e interessanti realtà cinematografiche del continente africano, Geração 80, (più di) una casa di produzione che si impegna a realizzare cinema indipendente e d’autore, aumentando la fama del cinema angolano in patria e all’estero. L’obiettivo del gruppo – in realtà un collettivo di cineasti che collaborano in maniera partecipativa gli uni ai progetti degli altri – corrisponde con ciò che Ery Claver ha fatto con Nossa Senhora da Loja do Chinês: raccontare vere storie angolane, un paese al crocevia di culture ed esperienze differenti, abbracciando la natura surreale di una condizione che va ben oltre la finzione.
Eddie Bertozzi