Dopo i successi dei workshop tenuti negli scorsi anni da Béla Tarr e Michelangelo Frammartino, L’immagine e la parola e la Spring Academy hanno portato a Locarno un’altra figura di spicco del cinema internazionale, il regista rumeno Radu Jude, vincitore dell'Orso d'oro alla Berlinale 2021. Dieci filmmaker da tutto il mondo, selezionati tramite call internazionale, hanno così avuto l’occasione di lasciarsi guidare da un tutor speciale, con l’obiettivo di realizzare film di montaggio a partire dalle immagini conservate alla RSI, uno degli archivi audiovisivi più ricchi del territorio svizzero.
Un titolo che suonava quasi come una sfida, "Find a Film!", per un workshop che ha portato i partecipanti a “cercare” il proprio film tra le immagini del passato, ridando loro vita e senso all’interno di una nuova narrazione audiovisiva. Ma questa non era l’unica regola del gioco: a partire da riprese che hanno raccontato la Svizzera e il territorio, l’obiettivo era infatti quello di creare opere che smontassero i luoghi comuni eretti nel tempo attorno all’identità e alla società elvetica.
Durante i primi giorni, le attività sono andate in parallelo con gli appuntamenti dell’Immagine e la parola (12-13 marzo): nell’ambito dell’evento i partecipanti hanno potuto seguire le masterclass e raccogliere i primi spunti teorici per il loro lavoro di ricerca e montaggio successivo. Da qui sono seguiti tre intensi giorni di collaborazione con cinque archivisti della RSI, sotto la guida del nuovo responsabile Archivi RSI, Brecht Declercq, che hanno aiutato i ragazzi a trovare il materiale sul loro portale, accogliendo le loro richieste, chiarendo i diritti di più di 600 clip e fornendo circa 350 documenti, da riutilizzare all’interno di opere brevi personali.
Gli ultimi quattro giorni del percorso sono stati dedicati interamente al montaggio: Radu Jude, che lungo la sua carriera ha spesso lavorato con materiali d’archivio per interrogare la storia del proprio Paese, la Romania, ha monitorato e consigliato i partecipanti rispetto al posizionamento narrativo e artistico dell’archivio ottenuto, attraverso intensi colloqui quotidiani. Infine, nella giornata conclusiva i partecipanti hanno mostrato un primo rough cut al regista, che ha fornito i suoi primi riscontri per il completamento dei lavori.
Secondo Diego Murillo, che ha partecipato al workshop, “lavorare con Radu Jude è stato fantastico. Personalmente, mi ha permesso di confrontarmi con molte idee relative al mio lavoro e a ciò che voglio fare. L’archivio è stato poi uno strumento creativo unico, perché la libertà che offre all'interno dei suoi vincoli ti spinge in direzioni diverse dal punto di vista creativo. Abbiamo anche sentito che il Locarno Film Festival intende davvero supportare i registi durante il processo: ci siamo sentiti lì per un motivo e integrati nella sua rete. È proprio questo il tipo di sostegno di cui abbiamo bisogno. Incontrare altri come te è ciò che conta, il solo fatto di essere presenti e condividere la passione, o il disprezzo in alcuni casi, per il cinema, significa tutto”.
Tra approfondimenti, lavoro sul campo e momenti di socializzazione, non sono mancate occasioni di scambio creativo tra i giovani registi, che hanno reso ancora più stimolante e arricchente l’esperienza, come la serata dedicata ai cortometraggi di Agnese Laposi, vincitrice della borsa di studio offerta dalla Fondazione Majid dell’edizione passata, che è stata anche l’occasione per presentare la nuova assegnataria, Coline Confort.
Ora non rimane che aspettare la prossima edizione del Locarno Film Festival (2-12 agosto 2023), per guardare in anteprima i dieci cortometraggi, e (ri)scoprire la storia e le tradizioni svizzere da inedite prospettive.
La terza edizione della Spring Academy è stata resa possibile grazie alla collaborazione del CISA (Accademia Internazionale di Scienze Audiovisive) e della Ticino Film Commission, in coproduzione con RSI e con il sostegno di PalaCinema Locarno, Enjoy Arena, Hotel Du Lac, Hertz e la Fondazione Majid.