Con il suo terzo lungometraggio, Blandine Lenoir abbandona il registro della commedia e, con la sua co-sceneggiatrice, la regista Axelle Ropert (venuta a presentare il suo film Petite Solange in concorso al Festival nel 2021), si concentra su una storia a cui la recente rivoltante decisione della Corte Suprema negli Stati Uniti fornisce un tocco d’attualità struggente.
Francia, 1974, un anno prima della legalizzazione dell'aborto. Annie, lavoratrice e madre di due bambini, rimane incinta accidentalmente. In questa occasione incontra il Movimento per la Liberazione dell'Aborto e della Contraccezione (MLAC), medici e donne che praticano aborti illegali alla luce del giorno. Accolta da questo movimento unico, basato sull'aiuto concreto alle donne e sulla condivisione delle conoscenze, troverà nella battaglia per l'adozione della legge sull'aborto un nuovo significato nella sua vita.
Supportato da un cast magnifico e ispirato guidato da Laure Calamy, Zita Hanrot e India Hair, il film osa affrontare questo argomento intimo e politico con rispetto e senza tabù. Lo tratta con precisione, in tutta la sua natura e in tutta la sua diversità fatta di destini e scelte personali.
Questa è la storia di una donna generosa che si fa carico del suo futuro, perché è stata sostenuta per darsi i mezzi. È una donna che fa scelte per cause che considera giuste.
Al di là del destino individuale di Annie, il film proietta uno sguardo intriso di profonda tenerezza e grande empatia su tutti i suoi personaggi, sia maschili che femminili. Senza mai cadere in una riduzione dei personaggi al loro ruolo nell'azione, che potrebbe essere la tentazione di un’opera che ne porta i valori, il film è rispettoso dell'evoluzione di ciascun personaggio. Intesse con comprensione e gioiosa complicità questa bellissima confraternita, cemento di tutti i sogni e delle forze per realizzarli.
Mathilde Henrot
