Per anni si è creduto che La statua vivente (1943) di Camillo Mastrocinque fosse andato perduto. Poi una copia è stata riscoperta in Argentina da Fernando Martín Peña, che nel 2008 aveva già ritrovato la versione completa di Metropolis.

Ispirata al dramma di Teobaldo Ciconi La statua di carne (1862) e all’omonima trasposizione filmica di Mario Almirante del 1921, l’opera di Mastrocinque (celebre per i suoi lavori con Totò) racconta l’enigmatica vicenda di un marinaio che, dopo aver visto morire la donna amata, si imbatte in una sua sosia. In lei ritrova – per usare le parole di Ciconi – «la sembianza in voi risorta / della povera mia morta».

Un precursore di La donna che visse due volte? Si potrà scoprirlo alla presentazione, in prima mondiale, della versione restaurata. A rimettere a nuovo la copia 16 mm di seconda generazione con sottotitoli in spagnolo è stata la Cineteca del Friuli (il cui presidente onorario è tra l’altro il Pardo alla carriera 2021 Dante Spinotti).

La proiezione sarà introdotta da Sergio Germani, studioso di Mastrocinque che ha contribuito al ritrovamento.

Sara Groisman

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