"La nostra incredibile Academy"
La sesta edizione raccontata da chi l'ha vissuta
Lo scorso 27 novembre, a São Paulo, si è conclusa la sesta edizione della São Paulo-Locarno Industry Academy, organizzata dal Locarno Film Festival in collaborazione con BrLab, con il supporto di Projeto Paradiso e Spcine e con il media-support di LatAm Cinema. La prima edizione di nuovo insieme dopo anni “a distanza”, con undici ragazzi e ragazze che hanno potuto immergersi nell’universo di in una professione tutta da costruire. Non in appena tre giorni, ma anche. «La maggior parte dei professionisti del settore, soprattutto quelli della generazione precedente - racconta la project manager Julia Duarte - ha imparato il proprio lavoro facendolo, e con pochissimi spazi in cui poterlo mettere in discussione. Credo che l'opportunità di partecipare a una formazione di questo tipo permetta ai giovani professionisti e alle giovani professioniste di imparare gli uni dagli altri, e di capire che anche la condivisione delle esperienze è arricchente e utile per il business. Senza dimenticare che creare una propria rete di professionisti - non dipendendo esclusivamente da quella che si crea lavorando - apre nuove opportunità e a mio avviso aiuta anche a rafforzare la fiducia in se stessi».
Quanto è stato importante ritrovarsi, insieme?
«Le ultime due edizioni dell’Academy sono state uniche; decentralizzare il workshop è stata una grande esperienza, ci ha permesso di selezionare persone provenienti da diverse aree della regione e il bilancio è stato molto positivo. Tuttavia nulla può sostituire l'edizione fisica in termini di relazione e legame tra i partecipanti. Sebbene i gruppi delle edizioni online fossero molto uniti, questo aveva voglia di stare di nuovo in mezzo alla gente. E siamo comunque riusciti ad avere un gruppo con partecipanti provenienti da tutto il continente: il Nord America era rappresentato dal Messico, il Centro dalla Repubblica Domenicana e da Cuba (con un partecipante che vive in Uruguay), e dal Sud abbiamo contato cinque partecipanti dal Brasile, due dal Perù e uno dal Cile».
Bilancio finale?
L'Industry Academy è sempre un'esperienza straordinaria. Credo che non solo i partecipanti siano stati contenti; anche i tutor e io stessa possiamo imparare molto a contatto con un gruppo eterogeneo come quello di chi partecipa a un’Academy, con culture e realtà diverse, benché con molte similitudini. In soli tre giorni abbiamo dato vita a un programma molto intenso, con eventi di networking quasi ogni sera. È un’immersione nell’industria faticosa, ma molto proficua, con sessioni sulla distribuzione, sulle vendite, sulla programmazione…».
Come sta crescendo l'industria cinematografica in quelle regioni?
«In Brasile, e credo in tutta l'America Latina, le università e i corsi di cinema formano esclusivamente "menti creative". Qualche anno fa era molto difficile trovare giovani professionisti che iniziassero la loro carriera nell’industria, di solito lavorare per un festival o una società di distribuzione era più che altro un secondo lavoro mentre si investiva nella produzione e nella regia. Nell'ultimo decennio credo che la concezione stessa dell'industria sia cambiata molto e ora si vedono sempre più giovani che vogliono partecipare alla diffusione, all'esposizione o alla commercializzazione del cinema indipendente. Inoltre, forse a causa della crescita della produzione, nella regione stanno nascendo molti festival, cineclub e modi di distribuzione indipendenti».
Quale ricordo porti con te da questa sesta edizione?
«Ogni edizione crea ricordi unici, di collaborazione e impegno. Sicuramente ricorderò il bel rapporto che si è creato, ma con me porterò anche il ricordo del cocktail al consolato svizzero, quando abbiamo potuto riunire i partecipanti di quest'anno con quelli dell'anno precedente: è stato molto arricchente vederli tutti insieme a scambiarsi le esperienze. E ricorderò pure l'impegno del gruppo nel godersi una confusa sessione di Sales a lume di candela, tenuta da Lidia Damatto: non solo era durante la partita del Brasile ai mondiali di calcio, ma è pure saltata al corrente elettrica... Ma nonostante le distrazioni sono riusciti a godersela».